La parola “santo” nella Bibbia indica una persona o un oggetto che appartiene a Dio. Per questo gli apostoli, scrivendo ai credenti (che vivono a Corinto, a Roma), li chiamavano “santi”. Lo stesso significato ha la parola nel Credo. Quando si dice: credo la “comunione dei santi” si dice semplicemente che la chiesa su tutta la terra è una comunione di credenti, cioè di persone che appartengono a Dio. Quando gli apostoli parlano della “santificazione”, intendono con questo il vivere sempre più nell’obbedienza di Dio.
Non tutti i credenti vivono la fede con la stessa intensità, alcuni sono più forti di altri e sono perciò di esempio, di stimolo e di aiuto. Anche noi evangelici lo crediamo, con due avvertenze. Nella santificazione, cioè nell’impegno a servire Dio, nessuno raggiunge la perfezione, resta sempre nella comunione dei credenti, sarà più impegnato e di esempio, ma sempre fra gli altri. Di conseguenza nessun cristiano può fare da mediazione rispetto ai suoi fratelli, anche se tutti possono e debbono intercedere per gli altri. Perché dovrebbe farlo se abbiamo già in Gesù un mediatore perfetto, come dice l’apostolo nella lettera agli Ebrei? Per questo noi evangelici non abbiamo santi o beati a cui rivolgere preghiere, ma invochiamo solo Cristo Signore.