È questo il punto della fede su cui tutte le chiese sono in perfetta unità; la dottrina fondamentale della fede cristiana è infatti la morte dell’uomo Gesù e la sua resurrezione per la salvezza dell’umanità. Questo significa che Dio è presente nella vita degli uomini e delle donne non solo con i consigli, le parole, le leggi date da Gesù ma con un fatto, un intervento, e questo per mostrare che egli non vuole che la vita dell’uomo sia annientata dalla morte ma si esprima in una nuova vita. La resurrezione è però anche un punto particolarmente difficile da capire della fede cristiana.
Nel caso di Gesù non significa che egli ha ripreso a vivere come uno che esce dal coma; pur essendo sempre lui, dopo Pasqua non è più quello di prima, non lo si vede più in giro, solo i suoi discepoli ne avvertono la presenza, ed è sempre in modo eccezionale: non lo riconoscono, deve dare dei segni della sua identità. Questo significa che mentre la morte mette fine a tutte le nostre realtà, non mette fine all’opera di Dio per gli uomini. L’apostolo Paolo, ricollegando la nostra vita a quella di Gesù, predica che in analogia alla resurrezione di Gesù anche i cristiani risorgeranno. Non si tratta di riprendere il corpo che ognuno aveva alla sua morte fisica, ma di una vita nello spirito di Dio, cioè nella comunione con lui, e infatti Paolo parla di corpo spirituale. Su posizioni radicalmente diverse stanno invece altre religioni, quelle orientali in particolare, che insegnano una reincarnazione dell’anima in vite successive.