I link che seguono forniscono la collocazione della pagina attuale nella gerarchia di navigazione.

  • La chiesa

    di Luciano Deodato

    Avevo saputo che in un piccolo paesino, sperduto tra i monti, viveva una nostra famiglia evangelica. E così, una domenica pomeriggio presi la macchina e mi arrampicai tra i tornanti per raggiungerlo. Era inverno: un tempo da lupi, soffiava un gelido vento di tramontana con fiocchi di neve. Arrivai nel paesino: vie deserte, tutti rintanati nelle case, nessuno cui chiedere informazioni.

    continua »

  • Il piccolo gregge

    di Luciano Deodato

    Al tempo della guerra fredda, quando la “cortina di ferro” divideva l'Europa, ebbi l'opportunità di passare alcuni giorni a Berlino, naturalmente nella parte Ovest. Un giorno, saputo che era possibile, a uno straniero come me, ottenere un visto temporaneo per la parte Est, allora sotto il regime comunista, passai il posto di blocco e m'inoltrai nella parte orientale.

    continua »

  • La vera luce

    di Luciano Deodato

    «Splenda la luce fra le tenebre» (2 Corinzi 4,6)
    Nel cimitero, dove a sera si accendono flebili fiammelle su decine di tombe, una rimane buia. A me appare la più luminosa perché illuminata non da una lucina dal significato antico e superstizioso, ma dall’annuncio che le tenebre della nostra morte sono state vinte dalla Parola della vita e che la resurrezione comincia già ora, per fede, nel corso della nostra esistenza.

    continua »

  • Romani 5,6 e 8

    di Luciano Deodato

    «... mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo, è morto per gli empi (...) Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.»
    Cristo è morto per gli empi, ha dato la sua vita per loro, per noi. Potremmo mai capirne il significato profondo? Questa parola così audace e paradossale, cuore dell’Evangelo, è l'unica che, di fronte alle tragedie del nostro vivere e allo squallore del nostro morire, può farci intuire un mondo nuovo, una umanità nuova e fondare la nostra speranza.

    continua »

  • Marco 5,19-20

    di Letizia Tomassone

    «Gesù gli disse: “Va' a casa tua dai tuoi, e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te”. Ed egli se ne andò e cominciò a proclamare nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui. E tutti si meravigliavano.»
    Gesù guarisce e cerca così di infondere libertà e gioia nella vita di chi incontra. Non crea però un legame di dipendenza ma fa crescere la persona nella sua autonoma capacità di giudizio. In questo racconto, Gesù non vuole che l’indemoniato guarito lo segua, ma lo rimanda alla sua vita, alla sua città, al suo contesto locale. E’ lì che la sua nuova libertà deve trovare spazio.

    continua »

Consulta le pagine