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di Luciano Deodato

Avevo saputo che in un piccolo paesino, sperduto tra i monti, viveva una nostra famiglia evangelica. E così, una domenica pomeriggio presi la macchina e mi arrampicai tra i tornanti per raggiungerlo. Era inverno: un tempo da lupi, soffiava un gelido vento di tramontana con fiocchi di neve. Arrivai nel paesino: vie deserte, tutti rintanati nelle case, nessuno cui chiedere informazioni. Trovai comunque la via ed anche la casa. Bussai e mi trovai in una cucina dove al calore di una stufa era riunita una dozzina di persone, per lo più anziane. Scoprii che erano lì insieme per celebrare il culto. Mi presentai ed enorme fu la loro sorpresa nel venire a sapere che ero un pastore; alcuni di loro per l'emozione non riuscirono a trattenere le lacrime. Da anni – mi dissero – si riunivano la domenica a quell'ora per un culto domestico: leggevano la Bibbia, la commentavano insieme, pregavano e cantavano qualche inno. Ora, per la prima volta dopo tanto tempo, vedevano finalmente un pastore! Si stabilì subito una forte e calda atmosfera di comunione fraterna. Passai con loro alcune serene ore di condivisione nella lettura della Bibbia.

Gesù disse una volta ai suoi discepoli: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Matteo 18,20). Ripensandoci, a distanza di tempo, mi domando se quel giorno (ma non solo!) Lui non fosse veramente ospite invisibile, ma presente, in mezzo a loro.