Organizzazione

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Le chiese valdesi e metodiste sono organizzate secondo un principio di gerarchia di assemblee detto “presbiteriano-sinodale”. Alla base si trova l’assemblea di chiesa, cioè tutti i membri della chiesa locale, che elegge il pastore o la pastora e gli altri ministri, ovvero gli anziani e i diaconi. Pastore, anziani e diaconi formano il concistoro (o consiglio di chiesa), l’organo collegiale che governa la chiesa locale in tutte le questioni spirituali e amministrative. Il concistoro risponde del suo operato all’assemblea.

Un gruppo di chiese vicine per territorio formano un circuito, il cui consiglio sovrintende alle necessità pastorali e di coordinamento e risponde del suo operato all’assemblea del circuito.

Più circuiti formano un distretto, la cui competenza è soprattutto amministrativa. Il suo organo esecutivo è eletto dalla Conferenza distrettuale, che riunisce periodicamente deputati e rappresentanti delle chiese locali del distretto, e a questa risponde del proprio operato.

A livello nazionale il sinodo, composto per la metà di pastori e per la metà di deputati eletti dalle assemblee delle chiese locali, è la massima autorità terrena della Chiesa. Esso elegge un organo esecutivo chiamato Tavola valdese, il cui presidente si chiama moderatore o moderatora. La Tavola valdese governa la chiesa fino alla successiva sessione sinodale. Il sinodo viene solitamente convocato una volta l’anno, alla fine di agosto. Anche la Tavola valdese risponde del proprio operato al sinodo. Il sinodo può avvalersi di commissioni permanenti o temporanee per l’organizzazione dei lavori e per l’approfondimento di temi particolari.

I principi della comprensione riformata della chiesa trovano così una realizzazione pratica: nessun incarico di governo è affidato a una sola persona, ma è sempre collegiale; nessuno può farne parte senza limiti di tempo (gli incarichi sono annuali e possono essere confermati per massimo altri sei mandati, oppure sono quinquennali e possono essere confermati per massimo altri due mandati); a nessuno è conferito un incarico del cui esercizio non debba rispondere a un’assemblea.

Le discipline della Chiesa valdese che ne regolano tutti gli aspetti sono pubblicate nella Raccolta delle discipline vigenti nell’ordinamento valdese.

Come tutti i cristiani anche i valdesi e i metodisti usano avere nel loro locali di culto il simbolo della croce, a documentare la loro fede cristiana. Non usano però il crocifisso per un motivo teologico di fondo: dopo essere stato crocifisso Gesù è risuscitato e l’immagine che i suoi apostoli ci hanno lasciata di lui non è il suo corpo in croce ma le sue apparizioni dopo la risurrezione.

Nelle chiese protestanti è possibile imbattersi anche nella croce detta “ugonotta”, quella distintiva dei riformati del regno di Francia, usata ormai in tutto il protestantesimo. Comparsa nel XVII secolo in Linguadoca, riprende la sagoma della croce di Malta cui aggiunge un pendaglio a forma di colomba, a rappresentare lo Spirito Santo.

Il logo attuale delle chiese valdesi, che risale alla metà del XVII secolo, è un candeliere che regge una fonte di luce (fiamma o candela) circondata da sette stelle e che è accompagnato dalla didascalia “in tenebris lux” o “lux lucet in tenebris”. Si tratta di riferimenti scritturali evidenti: la frase è tratta dal passo (Vangelo di Giovanni 1,5) dove Gesù è definito la luce che risplende nelle tenebre. Le stelle si riferiscono alla visione di Apocalisse 1,16, dove Cristo glorificato tiene nella mano le stelle che rappresentano le sette chiese dell’Asia colpite da circostanze di crisi e persecuzione. Con questo duplice riferimento biblico i valdesi intesero affermare la loro volontà di fedeltà alla verità evangelica e la certezza di essere custoditi da Cristo nella persecuzione.

Anche le chiese metodiste hanno espresso la loro identità in un simbolo composto da due elementi che fanno riferimento alla fede cristiana da un lato, alla confessione metodista dall’altra. L’immagine di fondo è la combinazione di due simboli presenti nelle catacombe: la croce e le iniziali del nome di Cristo. Il primo è eloquente e non necessita di spiegazione, il secondo è costituito dalle due iniziali, CHR ,del nome CHRISTOS in greco. Mentre la K (qui X) è molto comprensibile, la R può essere scambiata per un P. Ai due estremi del braccio della croce stanno due lettere dell’alfabeto greco; alfa e omega, la prima e l’ultima, richiamo ad una citazione dell’Apocalisse (21,6) dove il Cristo in gloria si presenta come Alfa e Omega della storia.
La scritta sulla pergamena incollata alla croce è un detto molto noto di John Wesley, il fondatore del movimento metodista; a chi gli muoveva l’obiezione di non avere parrocchia aveva risposto: “considero il mondo come la mia parrocchia”.


Organisation

The Waldensian and Methodist churches are organized according to a hierarchical system of assemblies known as the presbyterian-synodal model. At the foundation lies the local church assembly, composed of all the members of a local church. This assembly elects the pastor, and the other ministries: the elders, and deacons. Together, the pastor, the elders and deacons form the church council, a collegial body that governs the local church in spiritual and administrative matters. The church council is accountable to the church assembly.

A group of neighbouring churches form a circuit, whose council oversees pastoral and coordination needs, reporting to the circuit assembly.

Several circuits make up a district, primarily responsible for administrative functions. Its executive body is elected by the District Conference, which periodically gathers representatives and delegates from local churches in the districts. The Executive body is accountable to the conference.

At the national level, the synod is the church’s highest governing body on earth. It consists of equal numbers of pastors and delegates elected by the local church assemblies. The synod elects an executive body called the Waldensian Board, led by a man or woman moderator. The Waldensian Board governs the church until the next synodal session, which typically occurs annually in late August. The Waldensian Board also reports to the Synod. The synod may also appoint standing or temporary committees for organizational tasks or to study specific topics.

The Waldensian and Methodist churches embody key principles of the Reformed understanding of the church, such as: no single individual holds governing authority; governance is always collective; no office is held indefinitely (terms are annual and renewable up to a maximum of six years, or last five years renewable twice); all officeholders are accountable to an assembly.

The church’s governance is detailed in the “Raccolta delle discipline vigenti nell’ordinamento valdese” (Collection of Current Regulations of the Waldensian Church).

Like other Christians, Waldensians and Methodists use the cross as a symbol of their Christian faith in their places of worship. However, they do not use the crucifix, for a theological reason: after his crucifixion, Jesus has risen and the image passed down by the apostles after the resurrection is not his crucified body, rather Jesus appearing after resurrection.

Protestant churches may also feature the Huguenot cross, that characterised the reformed churches in the Kingdom of France and is now used throughout Protestant denominations. Originating in 17th-century Languedoc, it resembles the Maltese cross with a dove pendant symbolising the Holy Spirit.

The Waldensian churches’ current logo, dating back to the mid-17th century, depicts a candlestick holding a source of light – flame or candle – surrounded by seven stars, accompanied by the inscription “In tenebris lux” or “Lux lucet in tenebris”. (Light shines in the darkness). Biblical references are clear: the sentence is from the Gospel – John 1:5 – where Jesus is referred to as the light shining in the darkness. The seven stars reference Revelation 1:16, where glorified Christ holds the stars representing the seven churches of Asia, struck by crises and persecutions. Through this two-fold Biblical reference, the Waldensians aimed to affirm their faithfulness to the truth of the gospel and their belief of being held by Christ during persecution.

The Methodist Churches have chosen to express their identity through a symbol mad of two elements: one referring to the Christian faith, the other one to the Methodist identity. The image combines two symbols from the catacombs: the cross and the initials of Christ’s name. The first one is eloquent and doesn’t require an explanation, the second is the Greek initials CHR (for Christos in Greek). While K (here X) is easy to recognise, the R can be mired as P. Alpha and Omega, the first and last letters of the Greek alphabet, appear on the extremities of the arm of the cross, referencing Revelation 21:6, where a Christ in Glory declares himself the Alpha and Omega of history. A scroll on the cross bears John Wesley’s famous statement: “The world is my parish” – he would say in response to those accusing him of not having a parish.