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  • Isaia 49,1-2 e 4

    di Letizia Tomassone

    «Il Signore mi ha chiamato fin dal grembo materno, ha pronunciato il mio nome fin dal grembo di mia madre. Egli ha reso la mia bocca come una spada tagliente,  mi ha nascosto nell’ombra della sua mano...»
    Il dono della parola è affidato al profeta e ai suoi contemporanei, così come a noi. Un dono per uscire dal senso di impotenza che a volte domina il nostro pensiero e non ci permette di far fruttare la speranza che ci è affidata. E’ una speranza che non viene da noi, un dono di saldezza che non sta in ciò che noi costruiamo da soli, ma è dono della visione di Dio che coinvolge una intera comunità.

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  • Giona 3,10-4,1-2

    di Letizia Tomassone

    «Dio vide ciò che facevano, vide che si convertivano dalla loro malvagità, e si pentì del male che aveva minacciato di far loro; e non lo fece...»
    La capacità di perdonare e di fare un passo indietro rispetto alla violenza è un gran valore per il Dio dei profeti, che prende sul serio l’umanità, si pente del male minacciato e preferisce squilibrarsi verso il bene: è già il Dio dell’evangelo e di Gesù Cristo, che dà sé stesso per la vita del mondo.

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  • Matteo 10,20

    di Letizia Tomassone

    «Non siete voi che parlate, ma è lo Spirito che parla in voi».
    Nel giorno dell’ascensione Gesù manda i suoi discepoli a predicare, come aveva già fatto durante il suo ministero. La parola che devono portare non è loro, perché non si mettano al centro della scena. E’ l’annuncio di un mondo trasformato dall’amore e dalla giustizia di Dio che deve circolare e diventare lievito di una nuova convivenza. Anche noi siamo inviati, non a portare la nostra identità confessionale, ma la notizia strepitosa di un Dio vicino.

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  • Michea 6/8-15

    di Letizia Tomassone

    «O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?»
    La dura parola di giudizio riguarda questa volta l’habitat di ogni vivente. L’ingiustizia ambientale fa sì che la terra stessa si rivolti contro l’essere umano. Dio vede l’ingiustizia: le terre depredate, le risorse fossili consumate senza ritegno, le acque inquinate. Dio si schiera con chi muore di inquinamento, con le foreste sradicate e le specie minacciate.

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  • Giovanni 10,14-15

    di Salvatore Ricciardi

    Gesù ha detto: «IO SONO il buon pastore… e do la mia vita per le pecore
    Le pecore sono preziose per il pastore, in quanto rappresentano una fonte di reddito: gli danno latte, lana e carne. Sono, insomma, animali che il pastore sfrutta in molti sensi e fino in fondo. Per questo, ci lascia un po’ perplessi che l’Antico Testamento parli di Dio come di un pastore, e del popolo di Israele come di un gregge. E ancor più perplessi rimaniamo per il fatto che il Nuovo Testamento applichi questa metafora a Gesù.

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