«Ecco tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno che queste cose avverranno» (Luca 1,20)
Mentre l’annuncio fatto a Maria ha occupato tutto lo spazio, ed è diventato “l’Annunciazione” rappresentata da tutti i grandi pittori, quello fatto a Zaccaria, il silenzioso per forza, è rimasto in ombra. Eppure è proprio da lui che comincia la storia (Luca 1,13.18ss). Mentre Zaccaria è nel Tempio, gli appare un angelo che gli annuncia la nascita di un figlio, Giovanni. Ultimo e grande profeta, il suo compito è precedere, “preparare al Signore un popolo ben disposto”, riprendendo, come compito, l’ultima parola dei libri profetici: “volgere i cuori dei padri ai figli”.
“Da che cosa conoscerò questo?” – chiede Zaccaria all’angelo – “Perché io sono vecchio e mia moglie è in età avanzata” (Luca 1,18). “L’angelo rispose a Zaccaria: ‘Ecco tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno che queste cose avverranno” (Luca 1,20). Con il silenzio di Zaccaria, il racconto e l’attesa di Natale incominciano da una interruzione nel servizio sacerdotale, da un corto-circuito nel flusso della parola, dal silenzio che predispone l’accoglienza.
Zaccaria ed Elisabetta – lui sacerdote e lei di prestigiosa ascendenza sacerdotale – sono giusti ed irreprensibili “in tutti comandamenti e precetti del Signore”. Però, come Sara ed Abramo, e per gli stessi motivi, non hanno figli, lei è sterile “ed erano tutti e due avanzati in età “. Sterilità e vecchiaia, eppure attesa: attesa inaspettata. “Contro ogni speranza” potrebbe dire Paolo (Romani 4,18). L’avanzata età è proprio l’obiezione di Zaccaria all’annuncio dell’angelo. Chiede un segno, delle assicurazioni. Ci ricordiamo il sorriso incredulo di Sara. Segno e punizione il silenzio? Ma anche preparazione, meditazione. Zaccaria non potrà più parlare fino alla nascita del figlio. Esce dal tempio e non può spiegarsi; eppure, il popolo capisce che è accaduto qualcosa d’importante. Torna a casa, Elisabetta rimane incinta, e per cinque mesi si nasconde.
Il primo invito che ci rivolge Luca, nel primo quadro del suo Vangelo, è un invito a fare silenzio per accogliere i tempi nuovi, che non devono trovare troppo presto le parole adatte, quelle che forniscono subito le risposte e le spiegazioni.