Storie diverse, dal Medio Oriente all’Italia, accomunate dalla ricerca di nuova vita e intrecciate dall’esperienza dei corridoi umanitari. “Un corridoio per osare” è il primo docustory dell’Otto per Mille Valdese, realizzato da Vibes – Video Beckwith Studio, con la regia di Matteo De Fazio, il montaggio di Michele Comba e le riprese di Daniele Vola, con il supporto di Mediterranean Hope e della Diaconia Valdese.
Nel video le testimonianze di: Marta Bernardini (Mediterranean Hope), Fadi Sayes (architetto in Siria e a Roma), Abdul Settar Yhaya e Zakia Yhaya (ex infermieri in Siria e Libano), Parwana Kebrit (artista dall’Afghanistan).
Il documentario viene presentato oggi, 15 dicembre, a otto anni esatti dalla firma del primo protocollo dei corridoi umanitari. Il 15 dicembre 2015, infatti, Luca Maria Negro, presidente della FCEI, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, rappresentanti del Viminale e della Farnesina, firmarono il primo protocollo per i corridoi umanitari. Otto anni dopo, tante sono le persone accolte grazie a questa via di accesso legale e sicuro. Dal Libano sono arrivate più di 2.700 persone. Complessivamente in Europa sono giunti oltre 6.700 rifugiati e rifugiate. I Paesi dai quali attualmente provengono le persone accolte attraverso i corridoi umanitari, per quanto riguarda l’impegno delle chiese protestanti, sono Libano, Libia, Afghanistan.
L’accoglienza, secondo un modello diffuso, viene realizzata in varie regioni italiane, dalla Diaconia valdese e dalle chiese evangeliche. Il principale finanziatore dell’iniziativa è l’Otto per mille della Chiesa valdese.
“Otto anni dopo, possiamo dire che questo strumento ha ancora un senso e un valore profondi – dichiara Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – . Continuiamo infatti ad assistere impotenti alle morti di tante persone in mare, o lungo la rotta balcanica. Per questo garantire una via di accesso legale e sicura, che rispetti la dignità e i diritti delle persone, è ancora necessario. Ma i corridoi umanitari sono solo una via di accesso possibile. E non sono ancora diventati una pratica strutturale dell’Europa, a carico degli Stati membri, nonostante siano stati apprezzati dalle istituzioni, a tutti i livelli, fino a vincere il prestigioso Premio Nansen dell’UNHCR. Chiediamo che sia l’UE ad adottare i corridoi umanitari, e altre vie di accesso complementari, come strategia parte di una politica migratoria basata sui diritti e sull’accoglienza, anche per poter ampliare il numero di persone che potranno arrivare in Europa con i loro bagagli, e i loro sogni e desideri ancora intatti”.
”Oggi è necessario – non solo importante – ricordare l’anniversario dei Corridoi umanitari con questo documentario per ripercorrere la storia di un progetto e le tante storie di persone, non numeri, e dare speranza e concretezza ad una possibile alternativa alle stragi in mare – spiega Manuela Vinay, responsabile dell’Otto per mille valdese -. Come cristiani protestanti la nostra fede ci porta ad essere sempre a supporto degli ultimi, dei penultimi…di chi ha bisogno e con il nostro otto per mille sosteniamo progetti importanti come quello dei corridoi umanitari ma anche meno ambiziosi ma pure sempre fondamentali perché cambiano la vita delle persone”.