Torre Pellice, 21 Ottobre 2022
In occasione della propria assemblea generale (20 ottobre) tenutasi al Servizio Cristiano di Riesi (Cl), la Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) ha organizzato un convegno teologico (19-20 ottobre) intitolato «Chiese protestanti latine, quale evoluzione?». Abbiamo posto alcune domande a due dei relatori, Daniele Garrone e Sabina Baral.
Il focus dell’incontro è stato la riflessione su come le chiese protestanti del sud dell’Europa vivono la loro condizione di minoranza (spesso in questi giorni si è parlato di “diaspora”) e di frontiera, e su come riescono a essere testimonianza vivente dell’Evangelo in un contesto di secolarizzazione.
Daniele Garrone, professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia a Roma e presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), ha tenuto la relazione introduttiva dal titolo «Dire e fare qualcosa di protestante in un’Europa in cambiamento. Una vocazione, i suoi problemi e le sue sfide».
Nel suo intervento, parlando dalla prospettiva della Fcei, da molti anni impegnata sulle frontiere dell’Europa per portare soccorso alle persone migranti, ha offerto una riflessione sul tema della frontiera, geografica e simbolica, che le chiese vivono quotidianamente.
Sabina Baral, membro uscente del Comitato esecutivo della Cepple, ha introdotto la terza sessione del dibattito, «Come osare la testimonianza per essere chiesa vivente in una situazione di diaspora?», in cui le varie chiese partecipanti hanno portato le loro esperienze. Ha riflettuto su un tema più volte emerso, quello dell’essere minoranza, che non è necessariamente un problema, ma può diventare un’opportunità.