La visita della moderatora ai Comitati svizzeri di sostegno alla Chiesa valdese
Torre Pellice, 4 Novembre 2019
L’8 e 9 novembre la moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, sarà in Svizzera per la consueta visita ai Comitati di sostegno alla Chiesa valdese.
Risale al dopoguerra la nascita del Comitato di Berna, quando un gruppo di pastori e di membri della Chiesa di quel Cantone, decisero di creare un Comitato di sostegno alle Chiese valdesi italiane. In realtà , la solidarietà dei Riformati bernesi nei confronti della piccola Chiesa protestante in Italia ha radici ancora più antiche che affondano nel XVII secolo. Il Cantone di Berna, infatti, insieme ad altri svizzeri, ha sempre avuto a cuore le sorti di questa avanguardia protestante nel cuore dell’Italia cattolica e del Mediterraneo.
Analogo sostegno e raccolta fondi a favore delle Chiese valdesi italiane avviene ad opera del Comitato di Zurigo, nato nel 1978 con l’aiuto delle chiese cantonali della Svizzera tedesca. Una rete di amici che, oltre all’aspetto della solidarietà concreta, intesse relazioni bilaterali e assicura la propria partecipazione ai momenti più significativi del protestantesimo italiano.
Lo stesso si può dire anche per il Comitato romando della Svizzera francese. Esso fu fondato nel 1944 a Prangins, in occasione della commemorazione del Glorioso Rimpatrio, su impulso del pastore Guido Rivoir di Lugano, per aiutare la popolazione protestante del Piemonte. Oltre all’aiuto finanziario, rivolto anche alle opere e agli istituti valdesi in Italia, il Comitato romando favorisce gli scambi tra la minoranza italiana e le comunità riformate nella Svizzera francese.
La Chiesa evangelica valdese, oggi Unione delle Chiese valdesi e metodiste in Italia, è consapevole che la propria sopravvivenza è dipesa dall’attenzione e dall’aiuto che molti protestanti svizzeri le hanno offerto negli anni. Non solo la sopravvivenza fisica, ma anche quella culturale e spirituale della Chiesa valdese è dovuta ad una doppia convinzione: i Valdesi hanno creduto ed hanno cercato di rappresentare e di vivere l’eredità della Riforma in questa terra particolare che l’Italia rappresenta fra primo e terzo mondo e i protestanti svizzeri, da parte loro, hanno tenacemente creduto e scommesso che un piccolo avamposto riformato potesse e possa avere un significato nel Sud dell’Europa. Essi non hanno mai smesso di pensare che in Italia avesse senso una predicazione evangelica affidata ad una Chiesa di proporzioni infinitesimali che ha conosciuto e conosce la precarietà come dimensione fondamentale della propria esistenza.