Sul tavolo l’”Histoire des églises évangéliques ou vaudoises” di Jean Léger, pastore e moderatore dei valdesi e esule nei Paesi Bassi, stampata a Leida nel 1669, per avviare la conferenza stampa presso la Città metropolitana di Torino con cui hanno preso il via le celebrazioni per gli 850 anni del movimento valdese da parte della Fondazione Centro culturale valdese; nell’occasione è stata fatta altresì una panoramica sulla serie di eventi che, nel corso dell’anno, saranno realizzati dalla Tavola valdese, da comunità e centri culturali locali e dalla Fondazione Ccv stessa, per quel fenomeno che per le sue interazioni successive, è stato «una decisione importante per l’Europa».
Stefano Lo Russo, sindaco di Torino e della Città metropolitana, ha rilevato che come cittadini italiani ed europei ci teniamo stretti alcuni forti pilastri valoriali. Non è annacquando le identità che si va verso una società più inclusiva, ma trovare dei valori comuni (di giustizia, di libertà anche religiosa, di libera espressione e di mutuo rispetto) è la sfida di fronte a quanto accade nel mondo. Questa dimensione caratterizza il nostro territorio e la comunità valdese, la cui forte identità è sempre stata capace di trasformarsi in opportunità di apertura. Monica Canalis, consigliera regionale, ha parlato di fuga, persecuzione e dialogo: parole da adattare oggi ad altri contesti. In Regione è peraltro stata decisa l’istituzione di una Giornata dedicata alla libertà di coscienza, di religione e di pensiero, proprio per valorizzare che il Piemonte fu nel 1848 apripista rispetto all’Italia ventura: il riconoscimento di diritti di cittadinanza vale come un traguardo di civiltà. Marco Cogno, sindaco di Torre Pellice e consigliere metropolitano, ha espresso l’orgoglio per quanto sta avvenendo in questa occasione: una comunità che ha sofferto negli anni – ha detto riferendosi alla presenza valdese – porta oggi speranza contribuendo in termini di pensiero e anche di azione nel lavoro verso i più deboli.
Perché celebrare gli 850 anni? Bruna Peyrot, presidente della Fondazione Ccv, ha detto che commemorare e rievocare sono gli imperativi di ogni processo di riflessione. E i valdesi ne hanno avuto recentemente molte occasioni: il 1689 (Glorioso Rimpatrio), il 1848 (emancipazione), 1532 (adesione alla Riforma) e 1517 (avvio della stessa da parte di Lutero). Non solo eventi cerimoniali, ma consapevolezza di tappe che si aprono e si chiudono per generarne altre. Il tutto in una grossa adesione e interazione con il mondo circostante. Come disse il pastore e teologo Giorgio Tourn, i valdesi scelsero di essere “frammenti” insieme ai loro contemporanei.
Erika Tomassone, vicemoderatora della Tavola valdese, ha portato il discorso sul carattere nazionale della Chiesa valdese. Interrogandosi sul taglio da dare alle celebrazioni del 2024 è parso importante all’organo esecutivo delle chiese metodiste e valdesi rendere conto del fatto che in questi 850 anni non solo si sono attraversati diversi secoli, ma anche luoghi diversi: da Lione in poi; e ci sono stati assetti e forme di organizzazione diversi (soprattutto il passaggio da movimento a chiesa) e cambiamenti dei modi di rapportarsi alla società civile, traversata anch’essa dai cambiamenti della storia. I valdesi non aspettarono che ci fosse libertà religiosa: se la sono sostanzialmente presa, e per questo la svolta del 1848 è da intendersi nel suo valore civile. I consueti “falò della libertà” nell’area delle valli valdesi e Pinerolese, quest’anno avranno luogo anche in altre sedi in giro per l’Italia. Un grido di libertà che si rivolge anche a chi non l’ha ancora.
Il pastore Eugenio Bernardini è intervenuto a nome della Commissione la Commissione incaricata di coordinare gli eventi commemorativi organizzati dalla Tavola valdese e dalle chiese locali. Nel 1974 – ha detto – le celebrazioni degli 800 anni si concentrarono sulla figura di Valdo; cinquant’anni dopo si sottolinea il concetto di “valdesi in movimento”: le persone, l’essere comunità più che l’oggetto-chiesa. Non una auto-celebrazione, ma l’opportunità di riflettere sul presente e sulle prospettive future. Le iniziative in corso di organizzazione – ha segnalato – saranno visibili sul sito: www.valdo850.org.
Sergio Velluto, presidente del Concistoro, ha illustrato le principali iniziative della chiesa valdese di Torino: momenti di incontro per la cittadinanza, fra cui, in collaborazione con la Comunità ebraica, il 26 febbraio un convegno su «Ebrei e valdesi, una lunga storia torinese», ma anche l’istituzione e finanziamento di tre “borse di ricerca” per giovani studiosi sui rapporti fra i valdesi e il capoluogo piemontese nei formenti sociali e politici degli anni ‘60, in collaborazione con il Centro Gobetti. E proprio Torino ha sempre riconosciuto la presenza della minoranza valdese come costitutiva della propria identità.
A seguire, Davide Rosso, direttore della Fondazione Ccv, ha illustrato i primi eventi in programma: il 3 febbraio alla Casa valdese in via Beckwith 2 a Torre Pellice il convegno «Eresie di ieri, eresie di oggi» con studiosi e specialisti di varie sedi universitarie. A moderare e curare le conclusioni Bruna Peyrot, presidente della Fondazione, e il direttore. Ipotesi di partenza: nella storia singoli e correnti filosofiche o teologiche, personalità e movimenti, sono stati definiti eretici (tra questi i valdesi) diventando tali senza volerlo, spesso così denominati da chi temeva uno sconvolgimento nell’ordine sociale. Nel tempo significati diversi si sono sovrapposti, affermava il medievista Gioacchino Volpe (1876-1971), e l’eresia stessa è un “moto di cultura” in quanto implica che ognuno impari a leggere i fatti mettendoli in relazione alla propria coscienza.
Il 10 febbraio vi sarà l’inaugurazione, alla Fondazione Ccv a Torre Pellice della mostra «Valdo e i valdesi tra storia e mito» (fino al 30 settembre). Curata da Marco Fratini e Samuele Tourn Boncoeur, illustrerà le tappe della costruzione della storia del movimento valdese, attraverso le testimonianze che di Valdo diedero i contemporanei; una seconda sezione invece proporrà le testimonianze di circa duecento interpreti, dal XIII al XX secolo, del dibattito sulle origini dei valdesi. Il calendario prevede infine da parte del Ccv anche alcune proposte di viaggio «sulle tracce dei valdesi tra il 1174 e il XVI secolo»: Lione in maggio 2024, Austria e Repubblica Cèca a settembre. Infine un appuntamento dedicato all’arte: il 26 ottobre vi sarà a Torre Pellice, al Museo valdese, l’inaugurazione di un’istallazione dell’artista Thanchanok Belforte dedicata agli “850 anni di valdesi in movimento”.
Maggiori dettagli sul programma sul sito web fondazionevaldese.org alla pagina “valdesi 850 anni”.
Fonte Riforma.it Stampa