L’assemblea generale della Chiesa di Scozia rimanda l’immagine di una comunità dinamica, pronta alle sfide dell’oggi
Torre Pellice, 6 Giugno 2019
“Gesù disse: Seguimi!”: questo, il motivo che ha ispirato i lavori della General Assembly della Chiesa di Scozia svoltisi nella Assembly Hall a Edimburgo dal 18 al 24 maggio alla presenza di oltre 700 deputati. Che cosa significa essere discepolo e discepola di Gesù nella Scozia del 2019? Questa domanda è stata il filo rosso che ci ha condotto attraverso i lavori dell’Assemblea, ma anche lungo le esibizioni, le storie, la musica e le testimonianze di Heart and Soul, una celebrazione all’aperto della vita e dell’opera della Chiesa, con i rappresentanti di comunità ed associazioni, ministri e volontari, nel parco Princes Street Gardens, che ha accolto centinaia e centinaia di visitatori, turisti, deputati.
“Seguimi!” – un appello reiterato nelle varie sessioni plenarie, come anche negli eventi collaterali (“Fringe Events“), rivolti alla mente e al cuore. Il neo eletto moderatore Colin Sinclair si è rivolto ad una platea di un migliaio di persone nel parco per la celebrazione a cielo aperto, per raccontare le sfide che affronta la Chiesa di Scozia, mentre sono state anche ascoltate testimonianze di giovani che si aprono all’invito di seguire Cristo in un’epoca in cui tutte le chiese e denominazioni storiche sono in netto declino e professare la fede cristiana esige convinzione e coerenza: una Chiesa chiamata ad un pellegrinaggio di fede.
Il Moderatore dura in carica solo un anno, in cui svolgerà il compito della presidenza e della rappresentanza anche in viaggio per il mondo, ma non è moderatore della Chiesa di Scozia, bensì della sua Assemblea. Il moderatore (uomo o donna) non è capo della Chiesa di Scozia (“Gesù Cristo è re e Capo della Chiesa”) e neppure suo portavoce, e deve esprimere le vedute dell’Assemblea Generale o dei relativi Consigli e comitati.
L’Assemblea ha accolto la visita della “First Minister” Nicola Sturgeon, capo del governo scozzese, che ha elogiato la Chiesa di Scozia per il suo enorme, prezioso contributo al Paese e oltre, esteso alle comunità , verso chi è di altre o di nessuna fede, per l’investimento della Chiesa nei giovani, nell’assistenza sociale, nell’impegno per l’uguaglianza e giustizia di genere (gender justice), e per la cooperazione promossa tra le fedi. Una chiesa da lei definita “al centro della vita pubblica scozzese”;
Viene accolta l’elaborazione di un piano di collaborazione tra chiesa, scuole, associazioni per promuovere il diritto alla conoscenza, la libera espressione dei media, contro le “fake news” e i discorsi d’odio.
Nonostante il declino dei membri, la Chiesa continua ad impattare la società . I migranti sono presenti in almeno 1300 luoghi di accoglienza e assistiti da migliaia di volontari e operatori della Chiesa. Le strutture ecclesiastiche sono utilizzate come santuari di ospitalità , mentre la Scozia ha favorito il “resettlement“, i nuovi insediamenti, e molto è stato fatto per contrastare la retorica xenofoba e sostenere la libertà religiosa. Viene riaffermata nella sessione la solidarietà e promesso il sostegno ai richiedenti asilo.
È necessario uno sforzo per ascoltare le storie dei rifugiati e per non disumanizzarle. A questo proposito, il Convener del “World Mission Council” ha parlato della Diaconia Valdese, dell’opera di Mediterranean Hope a Lampedusa e della collaborazione con la consulente legale Fiona Kendall;
Nelle sue decisioni assembleari – franche e anche dolorose -, questa Chiesa dimostra di avere a cuore la comunicazione della buona notizia di Gesù Cristo alla gente di ogni età e proveniente da tutte le parti del mondo, più che preservare le sue vetuste istituzioni. Il nuovo moderatore ama vedere la differenza che la fede in Cristo porta alla vita delle persone, sia sul piano spirituale che fisico. Ecco una Chiesa visibile, democratica, fallibile e fedele, in ascolto e in cammino, non l’unica né la migliore, ma un corpo articolato che, senza essere autoreferenziale, anima un vasto territorio, partecipando alle sfide sociali e agli interrogativi etici del nostro tempo, invitando alla sequela di Gesù, senza imporsi alla società ormai multiculturale e secolarizzata della Scozia, ma aprendosi al servizio degli ultimi rifugiati, dei giovani, degli anziani, persino dell’Italia.