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Un tempo per gioire

Al suono della tromba e alla proclamazione delle parole del Levitico: “Santificherete il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; esso vi sarà sacro”, membri, ministri e amici della Chiesa riformata unita di Gran Bretagna si sono alzati in piedi per celebrare un culto di ringraziamento e festeggiare il cinquantesimo anniversario di questa chiesa. Il 15 aprile – un anno in ritardo a causa degli scioperi ferroviari e degli effetti della pandemia – circa 1.200 persone hanno partecipato alle celebrazioni presso la Methodist Central Hall di Westminster a Londra: lo stesso luogo in cui congregazionalisti e presbiteriani inglesi si riunirono il 5 ottobre 1972 per legarsi in un patto di integrazione e chiamarsi “Chiesa riformata unita”.

Presieduto dal pastore John Bradbury, segretario generale, e dalle pastore e moderatore attuale e prossima dell’assemblea generale, Fiona Bennett e Tessa Henry-Robinson , il culto ha rispecchiato il passato, presente e futuro di questo popolo in cammino, impegnato nella chiesa universale e nel dialogo ecumenico.

Ero anche tra le duecentoquaranta persone che hanno visitato la Church House (l’ufficio centrale londinese) per scoprire le svariate opere sociali e culturali al servizio del vasto territorio del Regno Unito, e rappresentate da ministeri, mostre e opportunità creative e di formazione per tutte le età: dai festival di musica rock al dialogo ecumenico e interreligioso, dalla cura delle persone sole all’attenzione catechetica nei confronti dei bambini, alla formazione dei predicatori laici e collaborazioni tra chiese protestanti.

Questa Chiesa conta circa 37.000 membri in Inghilterra, Scozia e Galles, circa 1.250 comunità con più di seicento ministri. Oltre 50.000 persone si riuniscono per il culto domenicale nelle varie chiese locali e molte altre prendono parte alle diverse attività ecclesiastiche; il servizio e la testimonianza sono rivolti a bambini, giovani e anziani, migranti e richiedenti asilo, al popolo LGBTQ per sostenere le comunità sociali, combattere l’ingiustizia e proclamare l’Evangelo della liberazione.

La Chiesa riformata unita è una chiesa nonconformista, senza legami formali con l’autorità civile, a differenza della Chiesa d’Inghilterra. Una chiesa cristiana protestante e democratica dalle radici puritane, priva di gerarchie e rispettosa dei diritti individuali, plurale e interculturale, in cui persone con diverse radici etniche si incontrano per adorare Dio, discutere e imparare le une dalle altre. Una chiesa pioniera nell’ordinazione delle donne al ministero della Parola e del Sacramento: la prima donna fu infatti consacrata centosei anni fa!

Desidero concludere con una parte della preghiera che abbiamo pronunciato durante il culto e che riflette lo stato d’animo della Chiesa riformata in Gran Bretagna e in Italia; ma anche con la strofa di un nuovo inno composto e cantato per l’evento.

da “A Prayer of Lament and Confession

“Ci chiediamo se abbiamo sentito male la tua chiamata,
se non siamo riusciti a discernere
le lezioni del nostro tempo,
o siamo stati arroganti nel pensare
che avremmo potuto adempiere la tua missione.

Oggi piangiamo le chiese che hanno chiuso,
i compagni pellegrini che sono morti,
i progetti, gli esperimenti e i programmi
che si sono ridotti in polvere.

Liberaci dai peccati che ci hanno tentato;
dal narcisismo sicuro di aver ragione,
dal cinismo che punta il dito accusatore,
dalla disperazione che cede e si arrende.

Perdonaci, rallegraci e rinnovaci, Dio di tenerezza.
Ravviva le membra stanche dei pellegrini
e suscita ancora una volta la fiduciosa speranza
che tutto sopporta e sempre gioisce.”

Da “God of the Pilgrim way

“E quando la via si fa dura,
e vengono meno volontà e obiettivi,
quando muoiono i sogni e le visioni,
e ci assalgono dubbi e timori,
fa’ che la sapienza dall’alto
rialzi i nostri spiriti turbati,
cammina sulla strada con noi,
e infiamma i nostri cuori”.

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