Dio non ci lascia soli ma ci accompagna nel mondo con la sua Parola
“Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio”.
Lettera agli Ebrei 1,1-2
La Lettera agli Ebrei, in genere poco letta e poco frequentata, ci viene presentata diverse volte, quest’anno, dal nostro Lezionario. Si tratta indubbiamente di un testo di non facile lettura perché parla a credenti lontani da noi nel tempo. Eppure ci parla ancora con la forza e l’eloquenza di un predicatore che vuole scuotere una comunità che appare stanca, disillusa, spaventata forse dalla persecuzione che ha colpito alcuni dei suoi membri, che diserta i momenti di preghiera e, cosa peggiore di tutte, sembra seguire idee e predicazioni che attingono un po’ dalla religiosità popolare pagana e un po’ dalla tradizione ebraica in una sorta di pot pourri che si allontana di fatto da una retta predicazione dell’Evangelo. Non è un mistero per nessuno che anche oggi, nella vecchia Europa, le chiese storiche siano in crisi e che assistano ad un calo costante dei fedeli. Fa impressione vedere le grandi cattedrali, un tempo culla del protestantesimo, oggi semideserte – o addirittura ridotte a supermercato. Le preoccupazioni del predicatore sono dunque anche le nostre. E per noi se ne aggiunge un’altra, pesante: il silenzio di Dio, l’impressione che Dio taccia o si sia rivolto altrove. Quante volte, di fronte alla presenza del male – sia questo un male fisico o morale, una guerra o un terremoto – abbiamo sentito esclamare: «Dov’è Dio? Come può permettere che questo avvenga?»
Il sermone, dunque, perché di un sermone si tratta, si apre con questa espressione potente: «Dio ha parlato». Il predicatore prende subito per mano i suoi ascoltatori, li scuote dal loro torpore e li rinfranca dalle loro paure: essi non sono soli in questo mondo di tenebra, ma sono accompagnati dalla Parola di un Dio che non ha mai taciuto, ha guidato Israele nei secoli e ora conduce il popolo dei credenti con la sua potenza verso la gloria dei figli di Dio.