Un contributo europeo al Pellegrinaggio di giustizia e pace. Le chiese europee verso il summit dell’ONU di Parigi
Dal 12 al 14 ottobre nella Accademia evangelica di Villigst a Schwerte (Westfalia, Germania) si è svolta una conferenza promossa dalla Conferenza delle Chiese europee (KEK), quale contributo europeo al “Pellegrinaggio di giustizia e pace” verso la 21^ Conferenza delle parti per il cambiamento climatico (COP21) dell’ONU che si terrà dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 a Parigi, anzi nella zona di Seine Saint Denis, una delle aree più povere della città e della Francia, una zona fortemente multietnica e multi religiosa.
L’incontro è stato partecipato da esponenti di rilievo delle chiese evangeliche di 14 Paesi, invitati ACT Alliance Advocacy to the European Union (in cui sono confluiti dal 2015 APRODEV e ACT Alliance) e il Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC).
Non casuale la scelta del luogo: non solo la Westfalia è una delle aree più industrializzate di un Paese che ha/aveva l’ambizione di distinguersi nella produzione ed esportazione di tecnologia a basso impatto ambientale, ma qui il tema della giustizia climatica è al centro dell’impegno delle chiese da almeno 8 anni avendo alcune di esse partecipato nel 2007 alla definizione di una Piattaforma nazionale per il clima e lo sviluppo insieme a delle agenzie missionarie, tra cui l’Istituto per la missione, l’ecumenismo e la responsabilità globale della Chiesa evangelica della Westfalia (Mà–We) partecipante alla conferenza.
Nel 2008 poi il Sinodo della Chiesa evangelica tedesca (EKD) aveva espresso la raccomandazione di ridurre le emissioni di carbone del 25% (rispetto al 2005) al 2015. Molto è stato fatto ma tanto resta da fare, come illustrato dal vice presidente della Chiesa evangelica della regione, verso la trasformazione energetica tra risparmio, efficientamento e conversione alle energie rinnovabili (vento, sole, acqua, biomassa e geotermia).
Nel 2022 verrà chiuso l’ultimo impianto nucleare. La Germania si è data un obiettivo di riduzione di gas serra del 40% al 2020 e dell’80% al 2050 rispetto al 1990. Ricordiamo che nella regione della Renania settentrionale – Westfalia viene generato il 30% della energia di tutto il Paese, principalmente dal carbone.
Per realizzare questo obiettivo è necessaria una grande trasformazione (un riferimento implicito a Karl Polanyi?) nella politica, nell’economia, nella società e nella sfera privata.
La posta in gioco è la salvaguardia della vita di molte specie tra cui la nostra minacciate dallo squilibrio del cicli vitali (biogeochimici) tra cui l’acqua ed il carbonio optando per un’etica della sufficienza.
Jean Pascal Van Ypersele, vice presidente del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) – in video – e Barbara Botos, ex capo Dipartimento per il clima del Governo ungherese, hanno ribadito quanto già illustrato nell’ultima assemblea dell’ECEN (settembre 2014): il cambiamento climatico è in corso e la temperatura mediamente è già cresciuta di un grado dal 1990.
L’arcivescovo svedese Anders Wejryd ha invitato a riscoprire la teologia della ‘stewardship’ che pone l’umano in una posizione di amministratore di qualcosa che non gli appartiene (Salmo 24,1), ad osare il cambiamento e a rientrare nel limite come eredi della novità dell’incarnazione: noi sappiamo che c’è un percorso possibile dalla morte alla vita e non solo dalla vita alla morte.
Compito della Chiesa, secondo il vescovo Heinrich Bedford-Strohm della EKD, è illuminare i temi morali sottostanti alla discussione politica e vigilare sulla responsabilità e sulla affidabilità morale della politica, dell’economia e di chi produce cultura e informazione. Egli ha anche incoraggiato una presenza più attiva delle chiese nella sfera pubblica in termini di teologia e di testimonianza.
Nel sermone di apertura della conferenza Guy Liagre, Segretario generale della KEK, ha sottolineato la responsabilità di scegliere e di convertire l’industria e i governi ove necessario per salvare l’ambiente, perché è in corso una guerra contro la vita ed i problemi ambientali sono interconnessi con l’ingiustizia sociale. Dobbiamo venire in pace e accettare il nostro posto nel mondo naturale.
Martin Robra del CEC ha percorso le tappe della integrazione – da Vancouver 1983 – fra le diverse aree di intervento per la giustizia che hanno portato alla composizione di pace, giustizia e integrità del creato. A Porto Alegre nel 2006 questo approccio integrato ha posto l’accento sulla giustizia trasformativa in un contesto di crisi e di cambiamento. Parallelamente l’ONU proponeva gli obiettivi di sviluppo del millennio che da quest’anno prendono il nome di obiettivi globali per uno sviluppo sostenibile. In questo quadro il cambiamento climatico non può che essere affrontato con responsabilità verso la giustizia sociale.
Olaf Fykse Tveit, Segretario generale del CEC, ha ripreso questi temi sottolineando la dimensione teologica e simbolica del Pellegrinaggio come espressione di solidarietà verso chi è ai margini e in condizione di sofferenza: un messaggio di speranza ed una chiamata alla trasformazione delle nostre menti.
Il programma della conferenza prevedeva una connessione con il Pellegrinaggio in corso in Germania che proprio il 13 ottobre entrava in Westfalia. Da Leeden a Lengerich abbiamo infatti camminato con loro e condiviso sia i momenti di culto che la serata di benvenuto durante la quale hanno preso la parola delle personalità religiose, è stato letto un testo di saluto e di impegni di un Ministro della regione e sono stati presentati i progetti della Chiesa evangelica della Westfalia per la protezione climatica.
Alla conferenza era presente anche Martin Kopp, rappresentante della Federazione luterana mondiale e della Federazione protestante di Francia che ha presentato la ricchezza di iniziative in preparazione per dicembre.
Infine è stata condivisa una Dichiarazione di fede che è stata consegnata la settimana successiva a Bonn in occasione di uno degli ultimi incontri preliminari della COP21 ed è stato approvato un messaggio finale per le chiese.
Da quando si è aperto il processo di negoziato dell’ONU sul clima, a Rio nel 1992, le emissioni di gas serra sono aumentate di oltre il 60%. Per ogni dollaro investito nelle energie rinnovabili, 4 dollari vengono investiti nelle energie fossili.
I climatologi non cessano di spiegare che deve essere utilizzata una finestra temporale corta, da 5 a 10 anni al massimo, per iniziare la transizione verso un mondo giusto e sostenibile, a meno di provocare sconvolgimenti maggiori per decine di migliaia di anni.
Per evitare l’impensabile è necessario impegnarsi a fare l’impossibile.
20 ottobre 2015