«Basta a ciascun giorno il suo affanno» (Matteo 6,34)
Gesù è stato un profeta d’apocalisse che annuncia la venuta imminente del Regno di Dio, oppure un saggio per la vita al presente? “Basta ad ogni giorno il suo affanno” (Matteo 6,34). Questo detto ci è rimasto nell’orecchio, a conclusione della catechesi degli uccelli che “non seminano, non mietono, non raccolgono in granai” eppure sono nutriti dal Padre celeste, oppure ancora dei “gigli della campagna: che non faticano e non filano” eppure sono meglio vestiti di Salomone, con tutta la sua gloria (Matteo 6,26-29). I Valdesi all’inizio del Duecento ne fanno la motivazione del loro rifiuto del lavoro per il sostentamento dei predicatori itineranti, per non intralciare la libera predicazione della parola.
Oggi colpiscono la radicalità e anche l’ottimismo che attraversano il testo. Come imparare dal mondo della natura a non avere preoccupazioni per la propria sopravvivenza quando la sopravvivenza della natura stessa è diventata la maggiore preoccupazione per la sopravvivenza di tutti noi, e quando si legge che molti uccelli preferiscono le città , ai campi inondati di fertilizzanti? Oppure pensando ai posti di lavoro, alla loro insicurezza, all’inserimento dei giovani, alla casa, alla sicurezza del quotidiano per tanti tra noi che vengono da terre lontane, da culture e lingue diverse?
Infatti, questa fiducia nella Provvidenza di Dio è riletta alla luce della concezione di Matteo e della sua esigenza della giustizia. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più (Matteo 6,33). In un certo senso la giustizia riorganizza il benessere naturale e provvidenziale. E’ la ricerca dell’essenziale che fa sì che tutto il resto arrivi in sovrabbondanza. Eppure la ricerca della giustizia non elimina la spensieratezza degli uccelli e la bellezza del giglio. Uccelli e giglio però non sono tanto modelli da imitare quanto piuttosto annuncio della fiducia di essere, malgrado tutto, come loro, beneficiari della provvidenza di Dio.
“Basta a ciascun giorno il suo affanno”, dunque. Gesù è anche il saggio e non solo il profeta. La promessa che permette di uscire dalle preoccupazioni, meditando sulla libertà dell’uccello e sulla bellezza del giglio non è un vangelo che ti mette fuori dalla realtà . Come promessa e ricerca della giustizia, dà alla realtà , alle ansie e alle preoccupazioni, la loro giusta misura, la misura della creatura, del presente, la misura del giorno. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.