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Un abbraccio al posto del giudizio

La pace è un vincolo che ci aiuta a conservare l’unità dello Spirito

“Vi esorto a comportarvi in modo degno della vocazione che vi è stata rivolta, con ogni umiltà e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi gli uni gli altri con amore, sforzandovi di conservare l’unità dello Spirito con il vincolo della pace”.

Efesini 4,1-3

L’appello a comportarsi “da cristiani” non sempre suona bene, anzi per qualcuno potrebbe addirittura evocare memorie sinistre, perché troppo spesso richiama a sentenze emesse da una posizione di superiorità. Quanti avrebbero preferito un abbraccio al giudizio? E di questi, quanti si sono allontanati dalle chiese, contribuendo involontariamente al loro svuotamento?

L’autore di Efesini definisce il comportamento cristiano con parole che stridono con l’immagine del dito giudicante. Umiltà, mansuetudine, pazienza, sopportazione reciproca: sono atteggiamenti d’oro, preziosi e purtroppo non sempre presenti nelle comunità cristiane e nella società.

Non ci sono isole felici e forse è meglio così, perché l’isola felice è spesso quella da cui ho cacciato le persone da cui dissentivo, quelle che mi davano fastidio, quelle diverse da me.

Ma forse ancora più importante e attuale in questi tre versetti è il ruolo della pace. In un mondo afflitto da decine di guerre e conflitti di diversa intensità, spesso diciamo che la soluzione è la pace: giusto, giustissimo. Tuttavia, il punto debole di questa giusta posizione è che la pace è qualcosa che viene dopo, alla fine, mentre in Efesini il vincolo della pace è il presupposto delle relazioni umane, viene prima. In altre parole, la pace non è necessariamente la conclusione più o meno mediata di una divergenza di opinioni, necessità e rivendicazioni elevata a conflitto, ma è ciò che ci lega gli uni agli altri, le une alle altre prima che sorgano i problemi.

Se nel relazionarci al prossimo (in chiesa, per strada, su Facebook) prendessimo coscienza di questo vincolo di pace, puntando a conservare l’unità dello Spirito con umiltà, mansuetudine, pazienza e sopportazione reciproca, forse il mondo sarebbe un posto migliore.

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