Proseguono i lavori delcomitato esecutivo della Comunione mondiale delle chiese riformate
Torre Pellice, 16 Maggio 2018
La Comunione mondiale delle chiese riformate conta più di cento milioni di credenti, 233 chiese in 105 paesi e comprende congregazionalisti, riformati, presbiteriani, chiese unite e valdesi. Ha il suo ufficio operativo a Hannover ed è gestita da un comitato esecutivo di ventidue persone provenienti dai cinque continenti.
Eravamo in piena riunione del comitato esecutivo quando è giunta la notizia dell’attacco terroristico islamico a tre chiese cristiane in Indonesia; una di esse, la Gereia Kristen Indonesia, è una nostra chiesa sorella. Ci siamo subito raccolti in preghiera e abbiamo deciso che avremmo parlato di quanto accaduto nel documento finale, incaricando il segretario generale di far pervenire ai cristiani indonesiani la nostra solidarietà in parole e in atti.
Sono tanti i fronti difficili su cui le nostre chiese e la nostra comunione sono impegnate: repressioni e violenze nei paesi islamici, minoranze oppresse in Camerun, violenze di genere in molti paesi, riconciliazione in Colombia, pace in Corea, e purtroppo posso citarne solo alcuni. In tutti questi casi sosteniamo gli sforzi delle nostre chiese locali con vari aiuti; a questo proposito mi ha fatto piacere vedere come i fondi del nostro otto per mille siano stati usati efficacemente in alcune di queste situazioni. Per i casi che richiedono un intervento ufficiale, la Chiesa presbiteriana negli USA ha creato un nostro ufficio presso le Nazioni Unite di New York, che si occupa di far pervenire a livello internazionale le nostre preoccupazioni in materie quali la libertà religiosa, la giustizia di genere, la violenza, i progetti di pace.
Riassumere in poche righe il lavoro di sette giorni intensi, per pianificare i prossimi sei anni di lavoro, è impossibile. Ricordo i punti principali: per quanto riguarda la Comunione si continuerà a cercare di coinvolgere tutte le chiese riformate, assicurando la partecipazione di tutti e tutte, pensando anche a quanti sono svantaggiati come, ad esempio, i portatori di handicap. Si rimetteranno altresì in luce i punti della Confessione di Accra che invitano le chiese a impegnarsi per la giustizia e la salvaguardia del creato.
Sul tema della giustizia si porrà particolare attenzione al programma, già sostenuto dal Consiglio ecumenico delle chiese, per una nuova architettura economica e finanziaria (NIFEA). Inoltre si sostengono i programmi delle chiese locali sulla testimonianza ecologica e per i processi di pace e riconciliazione. Per quanto riguarda la giustizia di genere continueranno gli sforzi per una vera parità a tutti i livelli, anche negli incarichi, e per esortare le chiese che ancora non lo fanno a consacrare le donne al pastorato. Inoltre si porrà particolare attenzione a ogni forma di abuso sessuale.
La teologia avrà una parte importante nel nostro lavoro poiché si tratta di riflettere sulla comprensione dell’identità riformata nel mondo di oggi. Per fare questo ci avvarremo di una rete globale di teologi che potranno dialogare e presentare le loro idee sul nostro periodico Reformed World; inoltre verrà proposta un maggiore collaborazione tra i nostri istituti teologici di tutto il mondo.
Nell’ambito della missione si vedranno le nostre chiese impegnate nell’evangelizzazione; a questo proposito è stato impressionante apprendere come in Sud Corea la chiesa sia passata dal milione di membri del 1970 ai due milioni e mezzo di oggi. Ma la missione non può essere disincarnata, quindi proseguirà l’impegno nell’aiuto ai rifugiati, nella lotta al traffico di esseri umani, nel combattere ogni idolatria religiosa del potere e del privilegio.
Infine l’ecumenismo, oltre che con i nostri partner quali il Consiglio ecumenico, la Federazione luterana e il Consiglio Metodista mondiale, vedrà proseguire il dialogo con la chiesa cattolica, le realtà pentecostali, battiste e mennonite. Si cercherà altresì di dare un nuovo slancio al dialogo fra le religioni mondiali.
Concludo parlando del messaggio finale del nostro incontro, che non è il verbale dei lavori, ma un appello alle chiese e alla società sui temi di attualità . Esso è soprattutto incentrato sulle speranze di riconciliazione fra le due Coree che, proprio in questi giorni, dopo alcune aperture sembrano di nuovo raffreddarsi. Abbiamo sottolineato come le due chiese presbiteriane della Corea del sud abbiano fatto “sforzi e sacrifici per la pace nella penisola.” Non poteva ovviamente mancare il riferimento all’Indonesia e alle chiese colpite dal terrorismo islamico alle quali abbiamo espresso vicinanza e condoglianze. Inoltre il documento auspica che si possa giungere a una giusta pace fra Israele e Palestina ed esprime vicinanza alle comunità che nel mondo convivono con “violenza, paura e mancanza di speranza”. Infine il documento si conclude con queste parole: “Noi comitato esecutivo della CMCR esortiamo tutte le nostre chiese membro a vivere in obbedienza al Dio della vita e ci impegniamo nella trasformazione del mondo affinché tutti abbiano pienezza di vita. Ci impegniamo dalla vita, per la vita: trasformando, riconciliando e rinnovando”.