Prosegue la rubrica “Un pensiero in libertà”
Un noto detto dellʼantica Roma afferma che la verità è figlia del tempo. La tradizione raffigurava la verità come figlia di Giano (Saturno), per i romani dio del tempo, che con il suo duplice viso, rivolto al passato e insieme al futuro, presiedeva al volgere degli anni e delle epoche.
Duplice è anche il senso di quel detto. A prima vista significa che la verità viene in luce col passar del tempo, cioè che infine, presto o tardi, essa emerge al di là di ogni apparenza, illusione o menzogna. Ritroviamo questo significato in concezioni filosofiche come è quella di Hegel, per la quale la verità delle cose è tale quando è colta nella sua interezza, il che è possibile solo alla fine di un lungo processo insieme storico e conoscitivo. Singoli aspetti che emergono e si succedono lungo quel percorso non sono per forza menzogneri, possono essere giusti, corretti, esatti, ma se isolati e assolutizzati finiscono per dire il falso: non sono essi la verità delle cose.
Lʼassetto parlamentare della politica pare basarsi su un presupposto simile. La legge migliore per unʼintera società emerge solo al termine di un lungo dibattito fra posizioni diverse, ciascuna delle quali avanza unʼistanza legittima ma parziale. Qui però lʼesito del processo sembra essere (quando va bene) più il prodotto di questo processo che non un graduale venire in luce del meglio.
Lʼantico detto romano può infatti anche significare che in ciascuna situazione vige, a seconda del tempo, una verità diversa. Vi sarebbero tante verità, che si producono, si alternano, si succedono – diverse secondo lʼepoca ma tutte ugualmente legittime perché legittimate dallʼepoca stessa, cioè dalla moda – mentre una verità ultima non cʼè. In un tempo, comʼè il nostro, che ha smarrito ogni fine, quel detto diventa allora una sorta di autorizzazione a ogni singola opinione di ergersi a verità. Simili verità valgono ciascuna di più o di meno secondo il gradimento, il consenso, i like che ricevono, fino a passare di moda.
Se la verità delle cose è figlia del tempo, come un suo prodotto, il vero fondamento delle cose è allora il tempo. Ma poiché esso non trova in sé compimento, la verità resta un incolmabile vuoto, coperto di volta in volta dallʼeffimero e dalle sue illusioni.
Se invece la verità viene alla luce grazie al tempo (figlia in tal senso) senza ridurvisi, il tempo è allora la dimensione nella quale si compie il passaggio dalle tenebre alla luce. Nel corso del tempo la verità può apparire, rivelarsi, colmandolo di senso.
