Gesù, che rompe la radicale contrapposizione tra Dio e umanità, ci invita a non creare inutili polarizzazioni
Dice Gesù: «Chi non è contro di noi, è per noi».
Marco 9,40
La polarizzazione è senza dubbio una caratteristica del nostro tempo. I social network sicuramente hanno una responsabilità, ma la ricerca di un solo “colpevole” non ci fa uscire da questa mentalità.
Si pensa che la polarizzazione si limiti a creare due posizioni molto nette, ma non è così. La polarizzazione si sviluppa diramandosi in tante divisioni: anche all’interno di un modo simile di pensare troviamo tanti piccoli distinguo che polarizzano e isolano le persone.
Di fronte a questioni importanti (la parità di genere, l’accoglienza dei migranti, la pace), è diventata più importante non la costruzione di una posizione collettiva, ma l’affermazione di un punto di vista molto preciso e dettagliato, da cui non si può dissentire.
Pertanto, dove c’è polarizzazione non c’è dialogo, ovvero viene meno quella caratteristica umana fondamentale al progresso delle persone e delle società. Così, mi basta come la penso io e mi associo solo con chi è d’accordo con me. La polarizzazione crea una radicale solitudine.
Forse, però, la voglia di polarizzazione non è solo una tendenza odierna. Il contesto delle parole di Gesù in Marco 9 è che i discepoli hanno visto qualcun altro fare e dire le stesse cose. Di questo non erano contenti: cosa vogliono questi altri? Come osano fare e dire quello che diciamo e facciamo noi? Se ne lamentano così col Maestro, che li spiazza: va bene così, non vi preoccupate, non sono dei nemici, non ce l’hanno con noi. Vi è passato in mente che se non sono contro di noi, forse sono con noi, anche se non sono proprio come noi?
Gesù, che rompe la radicale contrapposizione tra Dio e umanità, ci chiama a non creare inutili polarizzazioni tra di noi. Ci chiama a superare le solitudini e a creare comunità.