Promosso dalla sezione europea della Comunione mondiale delle Chiese riformate (WCRC), dal 17 al 20 febbraio, si è svolto a Emden (Germania) un convegno su “Migrazioni e aggressione in Europa”. La scelta della piccola cittadina dell'”estremo nord ovest del Paese, più vicina ad Amsterdam che a Berlino, non è casuale: si tratta infatti di uno dei più importanti centri della Riforma calvinista, sede di un importante sinodo nel 1571. Il convegno, oltretutto, si è svolto in un luogo altamente simbolico: l’ex cattedrale della città , ora trasformata in biblioteca specializzata sulla Riforma.
All’incontro hanno partecipato circa sessanta persone, tra teologi ed esperti di migrazioni internazionali, che hanno fatto il punto sulla complessa situazione delle migrazioni che interessano l’Europa. Grande rilievo è stato dato alla dimensione biblica e teologica del tema, con frequenti citazioni di uno storico commentario dell’Esodo, a firma di Giovanni Calvino. “Non è un omaggio al luogo – hanno spiegato gli organizzatori – ma il richiamo al fatto che la tradizione biblica e la testimonianza delle chiese riformate si sono spesso misurate con il tema delle migrazioni, dei diritti e dei diversi dello straniero, dell’accoglienza che il cristiano deve a chi fugge ed è perseguitato”.
Tra i relatori il prof. Paolo Naso che, oltre a illustrare il progetto Mediterranen Hope della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha presentato una relazione sul tema dei modelli di integrazione. “Siamo di fronte a nuovi flussi migratori, nettamente diversi da quel del passato – ha affermato – che richiedono nuove strategie d’integrazione. Tra le grandi novità vi è anche la rilevanza del ‘fattore religioso’ che affida compiti nuovi e importanti a tutte le comunità di fede, ovviamente comprese quelle cristiane”.
25 febbraio 2016