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Sinodo luterano tra rifugiati e fine vita

Dal 22 al 25 aprile, a Nals (Bolzano), si svolgono i lavori del Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). I luterani italiani sono circa 7.000 e sono riuniti nella CELI, l’ente ecclesiastico bilingue, italiano e tedesco, che attualmente raggruppa venti comunità  in tutta la penisola.
La Chiesa evangelica luterana, così come quella valdese, appartiene al protestantesimo storico. Essa è membro della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia ed è socia, insieme con la Chiesa evangelica valdese, la Chiesa metodista e quella battista in Italia, della casa editrice Claudiana.

Il Sinodo vedrà  come prima cosa l’elezione di una nuova presidenza. Lasciano infatti questo incarico Christiane Groeben e Alfredo Talenti. Analizzerà  poi l’operato del Concistoro, l’organo esecutivo della CELI guidato dal decano, il capo spirituale e di governo della Chiesa; una carica a carattere temporaneo (quattro anni) ed eventualmente rinnovabile per una volta sola, attualmente ricoperta dal pastore Heiner Bludau. I temi in agenda discussi da pastori e delegati delle chiese nel Centro Lichtenburg saranno le direttive anticipate di fine vita e la relazione della commissione migranti.

Il tema del testamento biologico verrà  discusso sia in gruppi sia in plenaria a partire dal documento prodotto da un’apposita commissione nominata nel 2013. “Il tema è rilevante di per sé – ha spiegato il decano Bludau – ma noi lo affronteremo anche nell’ottica delle persone provenienti dalla Germania che vivono qui in Italia e si ritrovano, a questo proposito, in un contesto molto diverso da quello tedesco”.

Al Sinodo della CELI prenderà  parte anche il moderatore della Tavola Valdese, pastore Eugenio Bernardini.

21 aprile 2016

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