Alessandra Trotta ha preso parte e portato un saluto al Sinodo della Chiesa evangelica del Württemberg
Il 28 e il 29 novembre la moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta, ha preso parte ai lavori del Sinodo della Chiesa evangelica del Württemberg, chiesa regionale tedesca con la quale la Chiesa valdese vanta antichi rapporti di collaborazione e solidarietà.
Nel suo discorso al Sinodo, Alessandra Trotta ha raccontato le esperienze di una chiesa minoritaria, che quest’anno festeggia 850 anni di storia. A questo proposito ha sottolineato come i valdesi non abbiano deciso di ritirarsi in un “isolamento difensivo” proprio delle identità conservatrici ma di vivere in modo diverso il loro essere minoranza assumendosi “la vocazione di introdurre elementi visibili di discontinuità nei sistemi di potere che generano ingiustizia, in coerenza con una diversa visione della società umana”. Un’esperienza importante da condividere in un momento in cui l’intero cristianesimo in Europa è ormai percepito come una realtà minoritaria. Un cristianesimo che si trova a fronteggiare sfide enormi: dalle migrazioni globali al cambiamento climatico, senza dimenticare le terribili guerre in Ucraina e Medio Oriente.
“Per noi non si tratta solo di solidarietà cristiana per le persone in difficoltà (e sarebbe sufficiente) – ha dichiarato Trotta-. È importante ripetere a noi stessi che ciò che è veramente a rischio è la comune umanità, è la nostra anima, anche come cristiani europei. In mezzo a tante fragilità e a una transizione molto significativa, le nostre Chiese sentono un forte bisogno di fiducia, insieme a un bisogno di formazione, proprio per mantenere la capacità di leggere teologicamente la realtà e di dare risposte spiritualmente coerenti alle sfide che abbiamo di fronte, a partire da quella di essere una Chiesa di tutti e per tutti, in cui imparare a parlare di Dio di fronte alle profonde esigenze di salvezza, di riconciliazione, di integrità di una società che cambia e che si esprimono in linguaggi che a volte ci sorprendono e ci spaventano”.