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Signore, insegnaci la tua giustizia

Ogni conflitto è intollerabile così come il sangue innocente versato dai violenti di ogni epoca e popolo

Signore, con l’anima mia ti desidero, durante la notte; con lo spirito che è dentro di me, ti cerco“.

Isaia 26,9

La meditazione del profeta, quasi un’introduzione ad una preghiera dai toni intimistici e molto personali, in realtà riecheggia le infinite voci dei figli e delle figlie di Dio. Gesù, nel Sermone sul monte, li descrive così: i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, i desiderosi di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, coloro che si adoprano per la pace e i perseguitati a motivo di giustizia. Isaia non la pensa diversamente. La luce della fede muove il suo desiderio ad incontrare Dio e la sua giustizia soprattutto nei luoghi dove questa non è accolta. Trovare Dio non per se stessi, imprigionandolo in una sorta di tabernacolo interiore ma a favore della congregazione universale dei viventi: poiché quando i tuoi giudizi si compiono sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia, così prosegue e termina la seconda parte del versetto 9. Se preghiamo per la nostra serenità non possiamo che pregare per la serenità degli altri e delle altre. Se preghiamo per la nostra salute non possiamo che pregare per la salute degli altri. Il mondo nella sua disarmonia conflittuale si muove all’unisono per chi lo abita. Siamo tutte e tutti legati da un’unica storia, da un destino di vulnerabilità che ci vincola gli uni alle altre. Siamo fatte e fatti di desiderio, passione, paura e bisogno di sostegno. Sentiamo incertezza per l’oggi e timore per il domani e cerchiamo disperante serenità e comunione nei rapporti familiari e sociali. Ogni conflitto è intollerabile così come il sangue innocente versato dai violenti di ogni epoca e popolo. Signore insegnaci la tua giustizia. Signore mio, Signore tuo, Signore nostro.

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