“Dio ha ascoltato; è stato attento alla voce della mia preghiera”.
Quante volte in un giorno guardo il mio cellulare? In continuazione arrivano dei messaggi. Alcuni sono più personali, da un amico o un familiare. Altri sono invece di gruppi e non tutti sono importanti. Tutto il giorno sono in contatto con persone, vicine e lontane, che fanno parte della mia vita.Peccato che Dio non abbia anche WhatsApp. Come sarebbe se potessi scrivergli dei messaggi? Condividere la foto di una bella giornata? Mandargli la faccina triste quando qualcosa è andato male? Postargli la mia posizione quando mi sento persa? Ormai è questo il tipo di comunicazione a cui siamo abituati. È davvero un peccato che Dio non abbia un cellulare. Ma anche no: solo perché non gli posso mandare messaggi, non vuol dire che io non possa comunicare con lui, raccontargli della mia vita, chiedergli aiuto o conforto. In preghiera posso parlare con Dio quando e dove voglio (e non mi posso trovare con la batteria scarica).
Quante volte in un giorno guardo il cellulare? Tante, perché la comunicazione con gli altri è importante per la mia vita. È naturale per noi esseri umani relazionarci gli uni agli altri. Fa parte del nostro essere. La preghiera è il nostro modo per relazionarci con Dio. La preghiera ci mette in contatto con lui. Sfruttiamo questa opportunità! Condividiamo la nostra vita con Dio in preghiera! Non appaiono le spunte blu, come in WhatsApp, ma possiamo fidarci lo stesso che ci ascolti, confidando nelle parole dal salmista quando afferma: “Dio ha ascoltato; è stato attento alla voce della mia preghiera”.