«Presso di te è il perdono, perché tu sia temuto»
C’è una parola nel versetto di questo Salmo, che ci conduce attraverso la domenica, che mi colpisce: perdono.
Questo Salmo è un breve inno di pellegrinaggio cantato da un credente che afferma di trovarsi in luoghi profondi.
Quante persone incontro ogni giorno che mi dicono che non possono più tirare avanti, che si sentono come se affondassero nelle incertezze della vita, che non vedono più una via d’uscita dalla loro situazione.
I luoghi profondi, gli abissi della vita, esistono da sempre e ci saranno sempre. La differenza sta forse nel modo in cui vengono affrontati. Conosco persone che si impegnano nel lavoro come dei forsennati, così che pur non sapendo nulla della loro vita interiore, viene da chiedersi da che cosa stiano scappando. Conosco anche persone che cercano di dimenticare la loro situazione dandosi al gioco d’azzardo o all’alcool, che rende tutto più fumoso. E ci sono tanti altri modi per dimenticare o per nascondere situazioni dalle quali si vuole fuggire.
Il Salmista segue un’altra strada. Egli grida al Signore perché è convito che solo presso di lui si trovi perdono. Perdono? Ma perché? Che cosa deve farsi perdonare questo poveraccio che si trova già nella palude della vita?
Dietro questo pensiero, c’è la convinzione che lontano da Dio non si possa vivere bene. Cioè, se si sta male, si deve per forza cercare la comunione con Dio per stare meglio.
Io oggi non affermerei che tutti quelli che stanno male sono lontani da Dio; a dire la verità , non lo fanno neanche tutti i testi biblici. Sono però convinta che in comunione con Dio si stia meglio, anche quando ci si trova nei luoghi profondi, nella palude della vita dove si pensa di non riuscire più ad uscire.
Per questo voglio cercare la comunione con Dio ogni giorno. Anche oggi.