«Non sapete che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell’ubbidienza che conduce alla giustizia? Ma sia ringraziato Dio perché, […] liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia. […] Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia. […] Ma ora siete servi di Dio»
E’ un modo davvero curioso quello che usa l’apostolo Paolo per parlare di libertà . In sostanza ci dice questo: l’unica libertà che noi esseri umani abbiamo realmente è quella di scegliere il nostro padrone! Ma come: non c’è forse un insopprimibile anelito all’autodeterminazione, insito nell’essere umano? Paolo sembra suggerirci di no: volenti o nolenti, c’è sempre qualcuno o qualcosa che ci determina e condiziona; al quale, consapevoli o meno, offriamo la nostra libertà .
Paolo ci dice che la libertà umana dipende dai vincoli e dai legami che caratterizzano la nostra vita. Ora, un vincolo può essere una catena che ci tiene prigionieri; ma può anche essere un legame che crea relazioni. La nostra libertà dipende proprio dalla qualità dei legami e delle relazioni che ci determinano. Essere servi del peccato significa vivere relazioni di ingiustizia, di dominio, di sopraffazione. Essere servi di Dio significa invece sentirsi vincolati alla giustizia, alla gratuità , al sostegno reciproco.
Cosa vincola la nostra vita? Qual è la qualità delle nostre relazioni? Fermiamoci a riflettere perché dalla risposta sapremo quanto realmente siamo liberi.