«Abramo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto di giustizia»
Si può vivere di promesse? Certo, dipende dalle promesse a cui si crede. Ci sono le promesse da marinaio; ci sono le promesse elettorali; e ci sono anche le promesse per i citrulli che credono all’esistenza del Campo dei miracoli, come Pinocchio.
Eppure è proprio questo che tutte le Scritture ci dicono: un credente, se è tale, vive di promesse. Non vive di una morale rigorosa – anche se è una cosa auspicabile. Non vive di una legge, seppur divina – anche se la legge dà ordine alla vita. Non vive delle proprie performance spirituali, miracoli, visioni. Tutte queste cose – morale, legge, forza spirituale – sono importanti, ma nessuna di loro è capace di dare direzione alla vita. Solo una promessa è in grado di farlo. Solo una promessa può trasformare la sterilità in fertilità – come nel caso di Abramo e Sara. Solo una promessa può allungare la vista fino al futuro più remoto – quello che ancora non si vede e nemmeno forse si immagina.
E’ con una promessa che Dio ci incontra, incontra Abramo e incontra noi: una promessa di vita, una vita nuova, autentica, libera, eterna, gioiosa. E il modo più autentico per un essere umano di rapportarsi a questo Dio che promette, non è null’altro che la fede – la fiducia in una parola che orienta la vita e, nelle brume del presente, sa guardare lontano, dove nessun altro sguardo riesce ad arrivare.