L’Evangelo è un annuncio di liberazione che ci inserisce in nuove relazioni, dove l’amore reciproco è la nostra personale risposta all’amore di Dio
“Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello“.
I Giovanni 4,21
Se, tanto per cominciare, non amiamo quei membri della comunità cristiana che conosciamo bene e vediamo regolarmente nei nostri circoli di comunione, non possiamo amare Dio. Possiamo provare slanci di affetto occasionali, ma questi possono essere puramente sentimentali e non avere alcun rapporto con la situazione reale delle persone. La prova dell’amore non sta nelle emozioni o nelle parole, ma nelle azioni, che tendono la mano per aiutare chi è nel bisogno.
Il rovescio della medaglia è che questo amore pratico e premuroso può essere una meravigliosa fonte di sicurezza che vince la paura del giudizio divino e umano. C’è un obbligo sacro che grava su tutti noi: l’intera legge è riassunta nella legge suprema dell’amore e non possiamo amare Dio senza osservare i suoi comandamenti, che non sono pesanti. La sua volontà consiste nel fatto che attraverso il nostro amore reciproco, noi riflettiamo l’immagine del Creatore, che è amore.
Si può comandare l’amore? Se proviene da Dio, che ci ha amati per primo, esso ci viene comandato non come sentimento ma come atto della volontà. Abbiamo due rivelazioni di Dio: l’essere umano, che è la Sua immagine, e poi il Suo comandamento, che è la Sua volontà. L’Evangelo è un annuncio di liberazione che ci inserisce in nuove relazioni, dove l’amore reciproco è la nostra personale risposta all’amore di Dio, e ci rassicura del suo amore. “Gli esseri umani bisogna conoscerli, per amarli; Dio bisogna invece amarlo, per conoscerlo”(B. Pascal). Impossibile amare il Dio invisibile al di fuori della conoscenza e dell’amore umani, perché Dio si è fatto visibile nell’essere umano. Non siamo in una rete di relazioni controllate dalla paura, ma in una comunità che esprime la gratuità.
