“Le nostre chiese sono chiamate a resistere nella minoranza”.
Il pastore Claudio Pasquet sintetizza la sfida che è di fronte alla Comunione mondiale delle chiese riformate che dal 29 giugno al 7 luglio riunisce il suo Consiglio generale a Lipsia, in Germania, con una significativa tappa a Wittenberg. Pasquet, insieme ad Annapaola Carbonatto (che ha preso parte al pre-consiglio dei giovani riformati), partecipa a questo appuntamento in rappresentanza della Chiesa valdese che fa parte delle oltre 200 chiese riformate della Comunione.
Pastore Pasquet, cosa si aspetta da questo appuntamento?
«Mi aspetto che vengano ripresi e sviluppati i temi delle assemblee precedenti, Accra (in Ghana) nel 2004 e Grand Rapids (Usa) nel 2010. In particolare credo che sarà importante riprendere il tema della giustizia economica, sociale ed ecologica: rispetto ad Accra la situazione mondiale è decisamente peggiorata, anche se ci sono incoraggianti esempi di resistenza».
Tra gli aspetti della giustizia sociale c’è il tema dei migranti
«Sì, infatti a me e ad Annapaola è stato chiesto di fare un intervento per raccontare come le nostre chiese affrontano l’emergenza. Parleremo di Mediterranean Hope e dei corridoi umanitari».
In questa celebrazione dei 500 anni della Riforma è emerso con forza l’aspetto ecumenico. Un’impronta presente anche nel lavoro della Comunione mondiale delle chiese riformate?
«Sì, credo che questa sia una novità importante rispetto agli anni passati. Va ricordato, comunque, che a Lipsia si incontrano chiese che, tranne rari casi, sono di minoranza, anche se la Comunione mondiale delle chiese riformate è la più rappresentata al mondo (dopo la Chiesa cattolica) in termini di presenza nelle varie zone del mondo».
Lei parla della necessità di resistere. A che cosa?
«Proprio al fatto di agire in contesti di minoranza. Non deve essere una resistenza per tirare a campare, ma per portare avanti la testimonianza del Vangelo”
Nel corso dell’assemblea verranno votati documenti importanti come l’adesione alla “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione” e la “Testimonianza di Wittenberg” sul dialogo ecumenico. Saranno i due momenti centrali?
«Saranno momenti importanti, ma voglio sottolineare che si tratta di un incontro molto basato su momenti di preghiera, con due culti al giorno, in apertura e in chiusura di ogni giornata. Insomma, non è l’Onu dei riformati».