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Religioni per la pace giusta

La Conferenza stampa del Sinodo

Torre Pellice (NEV/CS26-sv06), 26 agosto 2025 – Si è svolta oggi, nell’ambito del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, la conferenza stampa dal titolo “Fattore R, religioni per la pace giusta”. Sono intervenuti Letizia Tomassone, pastora valdese a Napoli, e Marco Fornerone, pastore e professore di Antico Testamento presso la Facoltà valdese di Teologia, moderati dal pastore Pawel Gajewski, docente di teologia delle religioni.

Aprendo i lavori, Gajewski ha ringraziato la platea “virtuale e in presenza” e Radio Beckwith Evangelica per la diretta. “Il Sinodo ha vissuto ieri uno dei dibattiti più lunghi, densi e profondi della sua storia più recente” ha detto Gajewski. Le discussioni sono culminate nell’approvazione di tre atti, due sul conflitto israelo-palestinese, uno contro la militarizzazione in ambito scolastico e mediatico. Tra le decisioni, quella che impegna la Tavola Valdese a farsi tramite con il Governo italiano per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Riconoscendo inoltre la responsabilità delle religioni e dei testi sacri, nell’alimentare o nel disinnescare i conflitti, ha detto ancora il pastore: “il fattore R può significare religione, ma anche riconciliazione”.

Il ruolo dei testi sacri

Tomassone ha sottolineato come i testi biblici vengano spesso usati in modo selettivo per giustificare la violenza: “Immagini belliche tratte dal Primo Testamento sono utilizzate per legittimare la guerra, senza considerare i tanti passi che parlano invece di patti e di convivenza. Nei testi sacri, ebrei, cristiani e musulmani trovano sia narrazioni di dominio sia inviti al dialogo e al rispetto. È sempre una scelta. Sta a noi privilegiare la parte che restituisce umanità.” 

Fornerone ha affrontato il tema della complessità interpretativa: “Il libro di Giosuè, con la sua visione di confini militari e violenti, è tra i più difficili da leggere. Ma già nel Deuteronomio si vieta di distruggere gli ulivi e gli alberi da frutto. I testi vanno interpretati storicamente, senza assolutizzarli e senza usarli come strumenti di delegittimazione dell’altro. Questo approccio può avere un effetto benefico nel dialogo con ebraismo e islam.”

Dialogo e amicizie possibili

Sulla ricaduta degli atti approvati, Tomassone ha ricordato i fermenti esistenti nell’ebraismo italiano: “Ci sono voci ebraiche critiche e coraggiose con cui possiamo avviare dialoghi profondi. Il nostro atto riconosce inoltre la responsabilità storica dell’antigiudaismo cristiano: partiamo da una confessione di peccato, che ci pone davanti al mondo ebraico con umiltà e capacità di ascolto. Al tempo stesso non possiamo tacere di fronte all’orrore di ciò che accade a Gaza.” Fornerone, da parte sua, ha richiamato la lunga storia di rapporti tra valdesi ed ebrei: “Abbiamo condiviso discriminazioni e riconoscimenti, dalla concessione dei diritti civili nel 1848, alla solidarietà rischiosa durante il fascismo, penso ad esempio all’esperienza di Tullio Vinay, poi agli albori della Repubblica con i tanti valdesi che hanno frequentato la scuola ebraica. Siano monito e impegno per il presente e per il futuro, per continuare a cercare anche i dialoghi più difficili, inclusi quelli che riguardano le critiche a un presente così drammatico, vigilando affinché il passato non si ripeta – come nel caso dell’antigiudaismo o di forme che, pur dichiarandosi amiche, come il sionismo o la teologia della sostituzione, possono alimentare nuove discriminazioni. È necessario vigilare contro l’antisemitismo, valorizzando nei contesti locali il meglio del fattore R: non assolutizzazione, ma conflitto nonviolento delle interpretazioni. Se in questo spazio di dialogo riusciremo a incontrarci non solo a due a due, ma come le tre religioni del Libro, sarebbe una grandissima promessa per il futuro.”

Pace giusta, non pace di facciata

Tomassone ha ribadito la necessità di un impegno concreto: “Parliamo di pace giusta, non di una pace che mette sotto il tappeto le voci degli esclusi. Come donne conosciamo bene il fattore R, dove rischiamo di subire silenzio e invisibilità, frutto di una morale patriarcale. Ma le religioni possono e devono essere fattore di liberazione, restituendo voce a chi vive quei territori – ebrei, musulmani, cristiani – per costruire un futuro insieme sulla stessa terra.”

Contro la militarizzazione e il commercio delle armi

Accanto al tema mediorientale, il Sinodo ha approvato un atto contro la militarizzazione nelle scuole e nei media. Sempre più spesso assistiamo a eserciti che organizzano giornate nelle scuole o campeggi per bambini. “Vogliamo proporre invece una pedagogia della nonviolenza, una forza popolare di interposizione, nella scia delle pratiche positive della nostra tradizione” ha detto Tomassone.

In conferenza stampa si è portata anche l’attenzione sul commercio delle armi: l’Italia è oggi la sesta potenza mondiale nell’export di armamenti. Serve trasparenza. Per questo occorre tutelare la legge 185/90, sostenendo campagne specifiche. Alcune chiese, fra l’altro, stanno seguendo con attenzione e solidarietà le proteste dei portuali che si oppongono al traffico di armi. 

Riguarda la registrazione della conferenza stampa: Sinodo 2025 – Conferenza stampa 26 agosto | Fattore R, religioni per la pace giusta – YouTube

Tratto da Nev.it

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