«Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi» (Filippesi 4, 4)
Un canto delle nostre chiese dice: il cielo canta allegria, Alleluia!
Come anche molti testi biblici il creato intero canta una lode al Signore con allegria. Sembra quasi che tutti coloro che riconoscono Dio come il proprio punto di riferimento, così come tutta la creazione, non può fare a meno di vivere la propria fede con allegria.
Eppure sappiamo bene come nella nostra vita questo tipo di fede allegra sia difficile e quanto complessa sia la gratitudine. L’apostolo Paolo invita a rallegrarsi e lo fa con insistenza: ripeto rallegratevi!
Ma come rallegrarsi in tempi così complicati, come evitare il lamento? L’esortazione del nostro testo lo spiega: rallegratevi non perché siete felici, perché ogni cosa va bene, non rallegratevi per motivi umani così precari, rallegratevi solo nel Signore. È in Dio che è possibile trovare il senso della propria pace e così della propria allegria, non si tratta di un semplice sentimento umano ma del coraggio di chi vede con chiarezza le difficoltà e le fatiche dell’esistere e sa interpretare ogni aspetto della vita ponendosi davanti a Dio.
Davanti a Dio non scompaiono gli aspetti difficili ma in Dio si trova la pace e l’entusiasmo di una fede che affronta tutto con la gioia di sapere di essere custoditi da Dio. Qui stanno l’uomo e la donna, non ci troviamo davanti ad un mondo ostile, davanti ad una sorte avversa, siamo invece nelle mani di Dio che sa custodire la nostra esistenza insegnandoci anche l’allegria di chi sa di essere profondamente amato e amata. Quindi sì, possiamo rallegrarci sempre nel Signore.