«Io ero accanto a lui come un bambino ed ero la sua gioia quotidiana; alla sua presenza mi divertivo e giocavo di continuo.»
La donna Sapienza parla in prima persona e canta un inno in cui narra delle sue origini come prima creatura di Dio. Essa è la primogenita progenie di Dio, una progenie al femminile. Quest’affermazione è abbastanza sorprendente perché rompe con le convenzioni sociali e mentali che danno un valore più alto al maschio che non alla femmina.
Inoltre, la prima creatura di Dio gioca e si diverte dinnanzi al Creatore, che forma e mantiene il cielo, la terra e tutti gli esseri viventi tramite la sua sapienza. La sua primogenita figlia è gioiosa e giocosa nella presenza del Dio Creatore.
Questo inno ci invita a riconoscere nel Signore un Dio “giocoso”, che sperimenta gioia nel creare e mantenere tutto il mondo e una grande varietà di esseri viventi che a volte fanno un’impressione un poco buffa. La conoscenza di un Dio gioioso e giocoso si rispecchierà nelle nostre vite, nel nostro umore e nelle nostre relazioni. Credendo in un Dio gioioso e giocoso, non ci facciamo mangiare dal nostro lavoro, ma ci fermiamo per giocare con i nostri figli o nipoti. Ci concediamo il tempo per fare una passeggiata, per leggere un buon libro o per ballare.
La riconoscenza di un Dio allegro, creativo che prova piacere forse non rientra nella nostra concezione di Dio. Verosimilmente non rientrava neanche in quella dei credenti che per primi hanno ascoltato l’inno della donna Sapienza. La curiosità di voler scoprire nuove caratteristiche di Dio che trasgrediscono le affermazioni convenzionali renderà la nostra fede vivente. Una tale fede curiosa e vivente sarà anche contagiosa.