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Proseguire nel cammino con perseveranza

Il racconto dell’ultimo Sinodo della Chiesa valdese del Rio de la Plata

«Siamo un corpo che cammina nella salvezza di Dio» dice una canzone che ultimamente si sta diffondendo tra la gioventù valdese del Río de la Plata. E c’è una profonda relazione tra l’azione del camminare e la storia del nostro movimento valdese lunga 850 anni. Alla domanda della Commissione d’esame su come affrontare l’851° anno appena iniziato prova a rispondere il lemma di questa LXI Sessione sinodale rioplatense della nostra chiesa: «Con lo sguardo in Cristo, camminiamo con perseveranza».

Questo proposito, ispirato da alcuni versetti dell’evangelo di Luca e della lettera agli Ebrei, è stato al centro della predicazione della pastora Carola Tron – già moderatora della Mesa Valdense – in occasione del culto di apertura, svoltosi nel pomeriggio di giovedì 30 gennaio. Al centro del messaggio la raccomandazione su dove tenere fisso lo sguardo: non all’orizzonte, con il rischio di inciampare in un ostacolo; non sui piedi, per non privarsi della prospettiva verso il futuro; nemmeno con un occhio al presente e uno al futuro, per non incorrere nello strabismo; bensì a Gesù Cristo, e alla sua testimonianza di un regno di pace, speranza, e amore.

Parole, queste ultime, che ho sentito ricorrere più volte nei quattro giorni di lavori, che hanno riunito un centinaio di persone nel Parque 17 de febrero. Se non pronunciate nei momenti di assemblea o nelle riflessioni per gruppi tematici, hanno aleggiato come concetti nei numerosi momenti di condivisione. Si avvertiva pace nelle notti serene e abitate dai rumori della fauna locale del luogo che ci ospitava, e percorrendo i sentieri tra i diversi tavoli di discussione che costituivano le quattro aree tematiche con cui la Commissione d’esame ha voluto gestire i lavori sinodali.

La riflessione sulla vita comunitaria ha riguardato principalmente l’analisi di vari ministeri particolari, che coinvolgono laici e laiche, e della partecipazione giovanile, che ha richiesto l’istituzione di un nuovo gruppo di lavoro che garantisca maggiore rappresentanza territoriale. L’area di sviluppo istituzionale ha affrontato, fra gli altri, i temi della formazione teologica, della pastorale urbana e della comunicazione, mentre il gruppo di lavoro sulla diaconia ha portato all’attenzione dell’assemblea nuove proposte organizzative per proseguire e migliorare i progetti in atto, su cui già si era riflettuto nell’abituale incontro di novembre tra i e le rappresentanti delle opere di servizio diaconale. Questi tre spazi di elaborazione di proposte hanno poi potuto coordinarsi nell’area riservata alla parte finanziaria, per poter riflettere sulla realizzabilità delle proposte. 

Il desiderio di pace, inoltre, è stato vivo e sentito durante uno spazio di condivisione proposto il sabato sera da alcuni e alcune partecipanti, e ispirato dalla marcia del giorno stesso di argentini e argentine nel mondo contro odio, fascismo e razzismo. Di fronte allo sconforto di non vedere tutte le comunità rappresentate nel Sinodo si è fatta largo la speranza di poterne garantire la presenza il prossimo anno, unita all’impegno di lavorare uniti e unite per raggiungere l’obiettivo. Questa speranza si è potuta alimentare grazie alla presenza di tanti e tante giovani, ancora una volta molto partecipi e motivati e motivate nel proseguire l’impegno nei diversi incarichi della nostra Chiesa.

Infine l’amore. Quella grande forza che sappiamo venire da Dio ci ha stretti e strette in mille abbracci, manifestazioni di gratitudine e lacrime nell’annuncio dell’ emeritazione della pastora Claudia Tron. Nondimeno la celebrazione finale ha visto un momento emotivamente forte nella riflessione su che cosa ognuno e ognuna di noi si porti a casa da questi giorni di lavoro comunitario.

Sulle note delle molte canzoni che ci hanno accompagnati e accompagnate in questi giorni abbiamo potuto rincontrare fratelli e sorelle, amiche e compagni di viaggio, riconoscendoci parte di una comunità che, nonostante le differenze interne, esiste da più di otto secoli e prosegue il suo cammino con perseveranza sulle due sponde dell’Atlantico, come un unico corpo in movimento.

Tratto da Riforma.it

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