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Nuovo corridoio umanitario dal Libano

Arrivate cinquantuno persone di origine siriana nell’ambito dei corridoi umanitari realizzati dalle chiese protestanti italiane, con la Diaconia valdese e grazie al contributo dell’Otto per mille, e la Comunità di Sant’Egidio

Roma (NEV), 15 ottobre 2024 – Sono arrivate stamattina all’aeroporto di Roma Fiumicino cinquantuno persone di origine siriana, partite dal Libano, nell’ambito dei corridoi umanitari realizzati dalle chiese protestanti italiane, con la Diaconia valdese e grazie al contributo dell’Otto per mille, e la Comunità di Sant’Egidio.

Tra di loro anche diversi studenti, originari di Damasco. Una famiglia siriana, che abitava nella valle della Bekkah, in questi ultimi tempi si è dovuta rifugiare in una scuola, perché – ci hanno raccontato – i razzi arrivavano vicino la loro casa. Sono stati fortunati, a trovare posto, perché per i profughi è ancora più difficile, rispetto alla popolazione libanese.

“Siamo molto contenti che il vostro arrivo segni la fine di un protocollo ma siccome i problemi non sono finiti stiamo già pensando a come aprirne degli altri – ha spiegato Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, facendo riferimento al protocollo siglato per il corridoio umanitario dal Libano, che si conclude appunto con questo volo odierno -. Crediamo che avere delle vie legali e sicure sia il miglior modo per combattere i trafficanti di esseri umani. […] Se con le nostre risorse, di una realtà piccola come la nostra, siamo riusciti a garantire delle vie sicure, pensiamo a quello che potremmo fare come Italia e Europa. Pensiamo all’enorme quantità di denaro che investiamo come Paesi per tenere lontani coloro che cercano quello che voi – le persone siriane accolte oggi a Roma Fiumicino, ndr – avete trovato oggi, pensate cosa si potrebbe fare invece…Dovremmo pensare ai corridoi umanitari non come un gesto caritatevole ma una politica umana all’altezza delle nostre costituzioni”.

“Un pensiero va anche ai nostri operatori libanesi a Beirut – ha aggiunto Garrone – che continuano ad assistere i profughi e gli sfollati”.

“Con il Libano sotto le bombe – ha dichiarato, all’aeroporto di Fiumicino,  nella conferenza stampa a margine dell’arrivo dei profughi, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio – i 51 profughi hanno avuto paura di non partire: ringrazio tutte le Istituzioni che hanno permesso il loro arrivo. Vogliamo continuare ad allargare i Corridoi umanitari per i siriani; vista la situazione internazionale c’è bisogno di un altro nuovo Protocollo: sono una grande risposta per loro e per noi”.

Tratto da Nev.it

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