Alcune chiese riformate, nate dalla tradizione calvinista, a cui la Chiesa valdese fa riferimento, hanno avuto nella storia uno strano rapporto col Natale. Mancando il riferimento biblico al 25 dicembre – data scelta solo nel III secolo – per molto tempo non l’hanno celebrato in modo speciale. Oggi solo una piccola minoranza di esse continua con questo rifiuto.
La maggioranza, e tra queste le nostre chiese valdesi e metodiste in Italia, lo celebra sottolineando gli aspetti biblici di esso. Natale viene inteso come dono della grazia di Dio, come attesa del ritorno di Cristo e dell’avvento del suo regno. La celebrazione in genere avviene in un culto apposito, previsto dalla liturgia delle chiese.
Altre, ma non tutte, prevedono anche un culto della vigilia di Natale, mentre molte comunità dedicano la domenica precedente ad un culto celebrato assieme ai bambini e le bambine che seguono l’istruzione biblica, che è chiamata dai protestanti nel mondo “Scuola domenicale”. Il Natale preceduto da un culto in cui i protagonisti sono i più “piccoli” nella chiesa è anche un modo per ricordare l’infanzia di Gesù, la sua scelta per i piccoli e i deboli e il suo invito a ricevere il Regno di Dio come dei piccoli fanciulli: con stupore e riconoscenza.