I vent’anni del Consiglio delle Chiese cristiane
Torre Pellice, 30 gennaio 2018
“Milano capitale ecumenica d’Italia”: è questo l’augurio del pastore Paolo Ricca a conclusione delle celebrazioni, di chiusura della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) che si è svolta il 25 gennaio a Milano. L’incontro ha avuto luogo nel tempio valdese dove venti anni prima, anche grazie alla volontà del Cardinal Martini, ricordato da più voci, era iniziato questo interessante e unico percorso ecumenico.
Daniela Di Carlo, pastora della chiesa valdese, nel saluto di benvenuto ha ripreso il discorso che l’arcivescovo di Milano ha indirizzato alla città lo scorso dicembre nel quale ha dichiarato che «contro la tendenza a lamentarsi sempre di tutto e di tutti»occorre fare«l’elogio delle istituzioni». La pastora Di Carlo ha allora fatto l’elogio delle donne e degli uomini che hanno creduto nel cammino ecumenico anche senza avere un sostegno dalle loro comunità locali. L’elogio di coloro che non si sono arresi alla sfiducia e alle critiche ma hanno creato un linguaggio comune con il quale parlare di Dio.
Sara Comparetti, presidente del Consiglio delle Chiese cristiane, ha ripercorso la storia del CCCM, nato dalla necessità di riconciliazione tra le Chiese cristiane, per «confessare il nostro Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore»con un’unica voce. Ecumenismo significa «imparare a pregare gli uni per gli altri ascoltando le grida di invocazione di chi soffre».
Nell’omelia l’arcivescovo Mario Delpini, si è rivolto al Consiglio per chiedere: «di fare memoria dei nostri peccati che hanno provocato la divisione, a ricordarci – abbiamo appena terminato la celebrazione del V centenario della Riforma – che il seme della divisione è dentro di noi ed è più contorto e insidioso di quanto la buona volontà possa decifrare e rimediare. Ma allo stesso tempo possiamo raccontarci che l’egoismo può essere vinto, che la comunione è realizzabile almeno parzialmente già oggi e non soltanto nel futuro del Regno di Dio».
Potente è la tua mano, Signore (Esodo 15,6): sul testo guida della SPUC 2018 si è sviluppata la riflessione del pastore valdese Paolo Ricca. «Come è bella l’unità e come è bella la diversità – ha detto -, ma la Chiesa è radicalmente una. Chi è più potente: Dio che vuole l’unità o noi che perseveriamo nella divisione? In questi vent’anni abbiamo scoperto di avere lo stesso Dio e, allora, non ci vergogniamo di essere ancora divisi? Vorrei che Milano diventasse la capitale ecumenica d’Italia. Questo è l’augurio che faccio al Consiglio delle Chiese Cristiane». Secondo Ricca fare ecumenismo significa entrare in un’ottica di crescita e cambiamento costante. In questo senso va colto il riferimento a papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium: «La diversità è bella quando accetta di entrare costantemente in un processo di riconciliazione […] Si tratta di raccogliere quello che lo Spirito ha seminato gli uni negli altri come un dono anche per noi. Ma come, Dio non può darlo a me direttamente? Un’immagine paolina risolve la questione: l’occhio non può dire alla mano: non ho bisogno di te! Il cattolico non può dire al protestante: non ho bisogno di te! Il protestante non può dire all’ortodosso: non ho bisogno di te. Affinché nessuno creda di essere autosufficiente».
L’incontro si è svolto in un clima di grande fraternità e altrettanta intensità spirituale. Hanno accompagnato la liturgia la corale valdese di Milano, il coro del Duomo e il coro del Patriarcato russo. Il Tempio valdese era stracolmo. Il tutto è avvenuto sotto l’impeccabile regia del concistoro valdese che ha gestito l’accoglienza.