«Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta»
Sono parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli, chiamati a testimoniare il Vangelo nel mondo. Non si tratta di una luce propria che si possa manifestare in virtù di qualche rito o con la ripetizione di formule religiose; non è neppure la luce della sapienza umana, acquisita con l’esperienza e lo studio. E’ qualcosa di originale e grande: l’annuncio al mondo, con parole e azioni, dell’amore di Dio giunto fino a noi nella persona di Gesù Cristo.
La luce è Dio: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre (I Giovanni 1,5). La luce è quindi Gesù Cristo: “Di nuovo Gesù parlò loro Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12). Seguendo il cammino della rivelazione di Dio al mondo giungiamo all’affermazione di Gesù: Voi siete la luce del mondo.
La nostra luce è la conseguenza dell’azione di Dio nella nostra esistenza.
Si tratta dell’azione creativa del Signore che ci trasforma in testimoni del suo amore e della sua luce.
Ricordo l’affermazione contenuta in uno scritto cristiano del II secolo, Lettera a Diogneto:
I cristiani sono nel mondo come l’anima è nel corpo. Si manifesta in queste immagini il senso della presenza dei cristiani e delle cristiane nel mondo: essere vicini alle persone in ogni circostanza della vita, entrando in relazione di fraternità soprattutto quando l’ombra del dolore avvolge le creature.
Il timore di essere invadenti e di non rispettare la laicità dello Stato non sussistono, perché non siamo alla ricerca di privilegi e di potere sulle persone, ma desideriamo annunciare al mondo la fede, la speranza e l’amore di Dio. Siamo come Una città posta sopra un monte che non può rimanere nascosta. La nostra visibilità si manifesta nel servizio al prossimo: a chiunque incontriamo e ovunque ciò accada.