ArticoliIl Vangelo ci parla

Matteo 5, 14

«Voi siete la luce del mondo. Una città  posta sopra un monte non può rimanere nascosta»

Sono parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli, chiamati a testimoniare il Vangelo nel mondo. Non si tratta di una luce propria che si possa manifestare in virtù di qualche rito o con la ripetizione di formule religiose; non è neppure la luce della sapienza umana, acquisita con l’esperienza e lo studio. E’ qualcosa di originale e grande: l’annuncio al mondo, con parole e azioni, dell’amore di Dio giunto fino a noi nella persona di Gesù Cristo.

La luce è Dio: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre (I Giovanni 1,5). La luce è quindi Gesù Cristo: “Di nuovo Gesù parlò loro Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà  nelle tenebre, ma avrà  la luce della vita” (Giovanni 8,12). Seguendo il cammino della rivelazione di Dio al mondo giungiamo all’affermazione di Gesù: Voi siete la luce del mondo.
La nostra luce è la conseguenza dell’azione di Dio nella nostra esistenza.
Si tratta dell’azione creativa del Signore che ci trasforma in testimoni del suo amore e della sua luce.

Ricordo l’affermazione contenuta in uno scritto cristiano del II secolo, Lettera a Diogneto:
I cristiani sono nel mondo come l’anima è nel corpo. Si manifesta in queste immagini il senso della presenza dei cristiani e delle cristiane nel mondo: essere vicini alle persone in ogni circostanza della vita, entrando in relazione di fraternità  soprattutto quando l’ombra del dolore avvolge le creature.

Il timore di essere invadenti e di non rispettare la laicità  dello Stato non sussistono, perché non siamo alla ricerca di privilegi e di potere sulle persone, ma desideriamo annunciare al mondo la fede, la speranza e l’amore di Dio. Siamo come Una città  posta sopra un monte che non può rimanere nascosta. La nostra visibilità  si manifesta nel servizio al prossimo: a chiunque incontriamo e ovunque ciò accada.

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