“Se tu sei Figlio di Dio ordina che queste pietre diventino pani”.
Gesù è sottoposto alle tentazioni del male e le vive da essere umano chiamato da Dio ad una missione. Nella prima tentazione si fa leva sul bisogno primario di nutrirsi. Quando nel deserto Israele soffrì la fame, affermò che era meglio essere schiavi in Egitto ed avere qualcosa da mangiare che essere liberi e morire di fame nel deserto. Dovremmo pensare al dilemma in cui si dibatte Israele e alla scelta che compie, quando nei nostri sistemi economici si usa il necessario, come il lavoro, per costringerci ad aderire a realtà economiche e sociali profondamente ingiuste. Diavolo è chi vuole farci scegliere tra il lavoro di migliaia di operai e la salute di un’intera popolazione, come è accaduto per decenni all’Ilva di Taranto. Diavolo è chi ci vuol far barattare una salsa di pomodoro e delle arance a buon mercato con la vita da schiavi di tanti braccianti.
Gesù risponde che, anche nelle difficoltà e nella scarsezza, è necessario rimanere ancorati alla base su cui poggia fortemente la nostra esistenza di credenti se non si vuole rimanere schiavi dell’ingiustizia.
Nella seconda tentazione, Satana tocca nel profondo la missione di Gesù domandogli perché si presenti al mondo in maniera trionfante. Se anche a noi venisse offerta la possibilità di ottenere successo senza sacrifici perchè non dovremmo farlo?
Non piacerebbe forse anche a noi avere chiese ricche e piene di gente grazie alle nostre capacità? Del resto, cosa propone il diavolo a Gesù se non semplicemente di lasciar perdere la fatica di un ministero posto sempre in questione, l’umiliazione della sconfitta e la sofferenza della morte in croce? Eppure è proprio questo cammino sofferto che Gesù deve compiere per rivelare l’amore e la salvezza divine senza costringere l’umanità ad aderire ad un’evidenza gloriosa, ma per convertirla alla volontà di vita di Dio.
Si arriva così alla terza tentazione in cui il diavolo vuole offrire a Gesù il potere sul mondo. Osservando il nostro vissuto sarebbe facile puntare il dito contro i potenti di turno pensando che in fin dei conti questa tentazione non ci riguarda. Eppure, il potere si può esprimere in ogni relazione umana e in qualche modo ne siamo tutti attratti. Del resto non è forse vero che, nei nostri costrutti valoriali, successo e potere determinano il valore di ciascun individuo? Non si vale perché si è ognuno nella propria unicità, ma per ciò che si possiede o per il potere che si esercita! La risposta di Gesù che bisogna adorare solo Dio non lascia spazio ad altre opzioni.
Nelle tre tentazioni, Gesù ha resistito alla prospettiva di Satana che vuole spingerlo a superare il suo status creaturale e a divenire lui stesso Dio. Invece, egli sceglie di rimanere pienamente umano e vince; vince anche per noi aprendo le porte al tempo della pace messianica di cui stiamo attendendo la realizzazione.