«Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: “Osanna al Figlio di Davide!…”»
C’è un fatto che mi ha sempre colpito, nella narrazione della “settimana santa”: l’evangelo di Matteo ci dice che, quando Gesù entrò a Gerusalemme, “la folla” lo osannava. Però, qualche capitolo più tardi, lo stesso Matteo afferma (27,20) che i sacerdoti e gli anziani persuasero “la folla” a richiedere Barabba e a far morire Gesù, per cui, alla richiesta di Pilato, tutti gridavano «sia crocifisso!».
È uno strano personaggio, “la folla”, che si muove ora in una direzione ora nell’altra, a seconda degli umori e delle circostanze. Ed è uno strano personaggio, perché è composto da molte persone, ognuna delle quali, presa singolarmente, può essere buona o cattiva come tutti gli altri. Ma quando questi singoli sono messi in gruppo e diventano “la folla”, ecco che la massa indistinta diventa un soggetto operante nella storia, assume una forza e una personalità sua propria, tanto da far paura anche alle persone più potenti – come Pilato.
Si potrà obiettare che non è detto che “la folla” che si stringe entusiasta intorno a Gesù fosse formata dalle stesse persone che poi ne chiedono la morte. Non credo, però, che questo sia importante nella narrazione di Matteo. Ambedue, infatti, rappresentano il popolo che ora acclama il Messia e poco dopo lo respinge.
«Osanna» è certamente un’espressione di gioia; ma il suo primo significato è: «Signore, salvaci!». Nella Domenica delle Palme, dunque, il popolo, pur nell’entusiasmo di quel momento, esprime la sua ansia e cerca una via d’uscita da una situazione disperata e disperante. Ma non ha la pazienza di aspettare – Gesù non promette, come Barabba, la lotta per la libertà , una vittoria immediata. E dunque: viva Barabba e che Gesù sia crocifisso!
Non è cambiata, “la folla”, nel corso della storia: ora acclama e domani maledice. Anche credenti molto seri si sono lasciati trascinare in questo vortice a cui è difficile sottrarsi. Ma solo tenendo lo sguardo fisso alla croce di Cristo, i suoi discepoli potranno restare saldi, senza farsi portare «qua e là da ogni vento di dottrina» (Ef. 4,14).