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Matteo 16,15

«E voi, chi dite che io sia?»

In questa pagina del Vangelo, Gesù rivolge due domande ai suoi discepoli. La prima è: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» (v. 13); la seconda: «E voi, chi dite che io sia?». Alla prima domanda i discepoli rispondono senza problemi, riportando le svariate opinioni che circolavano in merito a questa questione teologica. In fondo si tratta di una domanda semplice, perché non è complicato riportare le opinioni altrui su una qualsiasi questione, quando le si conosce. Molto più complesso e impegnativo è invece rispondere alla seconda domanda, perché essa li interpella e ci interpella personalmente.

«E voi, chi dite che io sia?»

Qui, infatti, non si tratta di riportare opinioni altrui; si tratta di mettersi in gioco in prima persona e lasciarsi interrogare direttamente da Gesù.

Su chi sia Gesù sono stati scritti (e ogni anno vengono pubblicati) una miriade di libri contenenti le idee e le teorie più disparate; ma non è quello che fa la differenza. C’è chi lo ha definito uno dei grandi maestri dell’umanità , chi lo considera un profeta, chi un rivoluzionario, chi lo vede semplicemente come un grande uomo e non manca neppure chi lo considera un visionario o un povero illuso.

La domanda rimane: «E voi, chi dite che io sia?»

E alla fin fine ciò che conta veramente, quello che può trasformare realmente la nostra vita, non è quello che altri credono di Gesù, ma quello che noi crediamo di lui.

Su questa domanda Simon Pietro, unico tra i discepoli, non esita a dare una risposta che è una vera e propria confessione di fede personale:

«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (v. 16).

E questa risposta, questa convinzione, determinerà  tutto il corso della sua vita.

Se esiste un primato di Pietro è proprio questo: l’aver dato per primo una risposta impegnativa e coinvolgente alla domanda di Gesù sulla propria identità . Da quel momento in avanti la sua vita e la sua testimonianza saranno imprescindibilmente legate a quelle di colui nel quale ha creduto.

Resta comunque di fronte a ciascuno di noi il compito di rispondere a nostra volta alla domanda che Gesù ci rivolge: «E voi, chi dite che io sia?».

Che si tratti di far nostre le parole di Pietro o che preferiamo trovare parole più personali, la speranza è che sia una risposta che ci impegni per la vita.

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