«Una donna cananea si mise a gridare: “Abbi pietà di me, Signore”. Ma egli non le rispose parola.»
Una donna pagana si rivolge a Gesù per chiedere la guarigione della figlia gravemente malata. La donna grida, ma Gesù non risponde. Gesù tace e quando i discepoli gli chiederanno di fare qualcosa per mandarla via, Gesù le si rivolge in modo ostile: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cani». I cani erano gli infedeli, coloro che non erano degni di Dio. Ma la donna non si arrende neppure ora che Gesù la rifiuta e risponde che anche i cani mangino le briciole che lasciano cadere i loro padroni. Come dire che l’elezione di Israele a popolo di Dio non significa l’esclusione degli altri.
Gesù non può fare a meno di riconoscere la fede della donna.
L’evangelista Matteo ci presenta un Gesù che cambia il suo giudizio sugli stranieri pagani, si converte. La salvezza di Dio non va in una sola direzione e la donna non chiede perché pensa di avere il diritto di ricevere perché la fede spera senza pretendere e senza far valere il diritto di essere aiutati. La donna crede nonostante il silenzio di Gesù.
La fede è ciò che ci permette di metterci in relazione con Dio, anche quando Dio tace; tutte le relazioni producono cambiamenti. La Bibbia ci insegna che Dio ed il credente cambiano a partire dalla loro relazione. La donna ha una fede che le permette di non arrendersi.
Quante volte abbiamo fatto l’esperienza del silenzio di Dio proprio quando l’orizzonte della nostra vita si restringeva e non sapevamo più vedere un futuro davanti a noi! Quante volte ci è accaduto di sentire Dio lontano e siamo rimasti soli con il nostro dolore! Ma Dio ci offre una fede matura, che non pretende dei diritti speciali, ma instaura una relazione tra noi e Dio, una relazione che cambia noi e cambia Dio, come accade in ogni rapporto umano.