«Il regno dei cieli è simile al lievito che una donna prende e nasconde in tre misure di farina, finché la pasta sia tutta lievitata».
L’azione di Gesù è presente nel contrasto tra un prima e un dopo, tra un prima piccolo e nascosto, e un dopo grande e manifesto.
Nella nostra vita di credenti non sempre sappiamo vedere l’opera del Signore all’interno dei tanti avvenimenti che sperimentiamo, perché ci fermiamo al “prima” e non siamo capaci di attendere il “dopo”. Siamo prigionieri del vivere nel presente senza più entusiasmo per il futuro. E dato che il nostro presente è contrassegnato tante volte dal seme dell’ingiustizia e dalla sofferenza, siamo incapaci di guardare oltre e di avere speranza.
La nostra piccola parabola vuole insegnarci due cose importanti. Innanzi tutto la nostra vita non è prigioniera del presente perché il Signore è all’opera e interviene per rendere possibile libertà e pace. In secondo luogo il passaggio tra il “prima” e il “dopo” avviene in un tempo relativamente breve: il lievito è posto nella farina, alla sera, e al mattino l’impasto è pronto per essere cucinato.
Non si tratta di essere entusiasti rifiutando di considerare i fatti che accadono, né di avere una speranza per rimandare ogni soluzione al domani, né di essere eterni rassegnati che devono attendere che passi la notte.
Qui il Signore ha già dato inizio alla sua potente attività per trasformare completamente la nostra esistenza. Qui l’intervento del Signore porta a compimento le promesse di pace e di giustizia. Qui il Signore mette all’opera il nuovo governo di Dio: il suo Regno è vicino e il tempo dell’attesa si è accorciato per divenire presente.