«Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figliuolo, al quale sarà posto nome Emmanuele, che interpretato vuol dire “Iddio con noi”»
«Dio con noi» è la promessa centrale non solo del periodo d’Avvento ma di tutta la Bibbia. E’ anche il senso segreto di ogni esistenza umana e dell’intera storia degli uomini: alla fine Dio sarà «tutto in tutti» (I Corinzi 15:28).
Dio con noi: non più contro di noi, come al tempo della sua ira, e neppure senza di noi, come al tempo della nostra incredulità .
E non soltanto per noi: il suo amore non è una disposizione benevola ma distaccata, un atto sovrano di condiscendenza dall’alto ma partecipazione reale e personale alla nostra condizione. Dio con noi vuol dire presenza, comunione, solidarietà di Dio con l’essere umano.
Si può fraintendere questa promessa. Pensare che “con noi” significhi “con qualcuno di noi” anziché “con tutti noi”.
Si può anche abusare di essa: fare di Dio il nostro alleato, il complice delle nostre imprese. E’ successo molte volte nella storia umana, ma Dio è il Signore, non il complice. Tutti vorrebbero avere Dio dalla loro parte, ma Dio non si lascia accaparrare da nessuno.
Dio è con noi alle sue condizioni, non alle nostre; «Dio con noi» è il nome di Gesù Cristo; è solo a motivo e nel nome di Gesù che possiamo dire «Dio con noi».
L’essere di Dio con noi non è come il nostro essere gli uni con gli altri, così precario e mutevole. «Dio con noi» non è un incontro fugace.
E’ un patto eterno, che né vita né morte, né la storia attuale né quella futura potranno mai infrangere.
Questo è il messaggio che l’Evangelo dell’Avvento ci ricorda ogni anno.
Possa il Signore, anche quest’anno come in passato, darci la capacità di discernere in mezzo al chiasso ed alle luci della nostra società , ciò di cui più abbiamo bisogno: la consapevolezza della sua presenza, del suo essere con noi.