“Gesù disse: date voi qualcosa da mangiare a questa gente! I discepoli dissero: come? Abbiamo solo cinque pani e due pesci. Gesù ordinò di far sedere tutta la gente sull’erba verde. Alzò gli occhi al cielo, disse la preghiera di benedizione, cominciò a spezzare i pani. Tutti furono saziati. Avevano mangiato circa cinquemila uomini”
Oggi tutto è verde, dall’economia alla benzina, ma in questo racconto il verde ci aiuta a capire qualcosa di più della moltiplicazione dei pani. È un miracolo che ricorda il dramma della miseria e quello della nostra impotenza: “date voi loro qualcosa da mangiare” suona come lo sguardo di Dio sulla nostra vita sempre troppo egoista. Un retrogusto di sensi di colpa che non ci permette di cogliere l’Evangelo: se pensiamo troppo a ciò che non facciamo, finiamo per non apprezzare quel che fa Gesù. C’è un dettaglio apparentemente secondario, il colore dell’erba, verde. Non è una banalità , è una rivelazione: di fronte all’emergenza di una folla affamata, Gesù dà il giusto risalto al bello e accogliente della natura. Continua a vedere l’erba verde nonostante l’emergenza, rende piacevole un’esperienza che potrebbe essere solo importante. I discepoli si trovano circondati dalla folla che chiede, pretende. La reazione più immediata è individuare il problema, l’inadeguatezza, e affrontarla con realismo. Di fronte all’emergenza possiamo facilmente immaginarli quasi come la protezione civile: presenti e/ma professionali. Invece Gesù vede soprattutto qualcosa che può essere bello, sereno, entusiasmante. La differenza tra esperienza impegnativa e avventura da ricordare si trova nello stato d’animo con cui l’affrontiamo. Riuscire a vedere l’erba verde non vuol dire ignorare gli stomaci che brontolano: vuol dire riconoscere che esistono entrambe le cose. Passare dall’aiuto al miracolo.