ArticoliIl Vangelo ci parla

Marco 3,33-35

«Egli rispose loro: “Chi sono mia madre e i miei fratelli?” Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà  fatto la volontà  di Dio, mi è fratello, sorella e madre”».

Gesù comincia a predicare e la sua famiglia vuole capire, forse fermarlo, temendo che sia fuori di senno. Dapprima Gesù risponde con una domanda: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” Se non riconosce neppure i suoi parenti carnali, allora nessuno può pretendere, su questa terra, di essere più vicino a Gesù, nessun uomo o donna in virtù dei suoi meriti, nessuna chiesa in virtù del suo credo e della sua storia.

Poi risponde con una affermazione: “Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!” Non guarda in alto, solo verso i più meritevoli; non guarda dentro i cervelli o i cuori per selezionare solo i più buoni o più intelligenti; non guarda altrove per dire che ci sono persone migliori di quelli che gli stanno attorno. Ma guarda a quelli che si assiepano intorno a Lui e hanno bisogno di bere le sue parole. E, senza escludere nessuno, senza bisogno di ulteriori esami e selezioni, li fa partecipare alla sua famiglia, al suo sangue, che è poi anche il sangue di Dio. Come dirà  poi l’apostolo Paolo, li adotta e ci adotta nella sua famiglia.

Infine conclude con una sfida per il futuro: “Chiunque avrà  fatto la volontà  di Dio, mi è fratello, sorella e madre“. Come continuare a far parte di questa singolare famiglia? Coi legami di sangue?, con l’orgoglio del passato? Con l’orgoglio per ciò che siamo oggi? No! Solo continuando a riunirci intorno a Gesù, prendere la sua parola sul serio e cercando di fare la sua volontà .

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