«Voi usate parole dure contro di me, dice il Signore. (…) Voi avete detto: è inutile servire Dio (…) Voi vedrete di nuovo la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve Dio e colui che non lo serve.»
“Finalmente una parola sensata! Guardati attorno e vedi se non avevo ragione quando ti dicevo che la fede non cambia nulla!”
Questo il parere di chi mi stava di fronte durante una discussione sulla difficile situazione del nostro paese, nella quale tentavo di fare paragoni con la situazione del tempo di Malachia.
Il tema, centrale nel testo di Malachia, è la sofferenza, l’amarezza del credente di fronte al successo arrogante dell’empio, cioè di coloro che senza problemi ostentano la loro malvagità e la loro disubbidienza a Dio.
Se pensiamo alla nostra situazione oggi ed ai modi in cui talvolta reagiamo a quanto ci accade o accade attorno a noi, possiamo riscoprire in questa affermazione di scoraggiamento, una sensazione comune, sensazione che a volte diventa convinzione che, come dice il testo, è inutile servire il Signore!
Siamo scoraggiati da un potere che è sempre meno democratico, da una società egoista che è sempre di più ripiegata su se stessa, da una Parola che non raccoglie attenzione, partecipazione ma indifferenza o adirittura derisione, ecc. Malachia non si arrende: attraverso le sue parole denuncia e condanna ogni religione di tipo utilitaristico perché la fedeltà , quella riferita ai comandamenti ed alla pratica cultuale in particolare, non è e non deve essere necessariamente appagante.
E’ utile, non inutile servire Dio non perché ne riceviamo un compenso, un appagamento, un successo immediato ma perché nella sua Parola noi riscopriamo la nostra vera identità di esseri umani così come Lui ci aveva creati, perché nei suoi progetti per noi scopriamo quale senso possono avere i nostri progetti, i nostri piani per l’esistenza che conduciamo.
E’ utile porre la propria esistenza al servizio del Signore che ci chiama perché è da Lui e non da noi che procede la salvezza dell’umanità così come l’Evangelo ci insegna attraverso la vita, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.