«Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.»
Un uomo vaga per le terre vicine al Giordano. Porta con sé un messaggio nuovo, una notizia che sembrerebbe avere dello straordinario: preparare la venuta del Signore. In quell’anno c’era chi contava veramente, chi esercitava potere, controllava la sfera politica e quella religiosa e i loro nomi sono ben esplicitati. Ma con tante persone “adatte” e munite di mezzi per diffondere ovunque una notizia, Dio rivolge la Sua Parola a Giovanni, nel deserto!
Il centro del potere è sconvolto: niente uomini potenti, niente luoghi decisionali classici. L’evento che trasforma ogni cosa, l’arrivo di Colui che salva, vengono comunicati nella periferia, dalla bocca di un uomo qualunque. Giovanni non ha potere ma diventa strumento potente. Non è uno dei potenti, ma riconosce il potere della parola di Dio e vive su di sé il potere del servizio.
Il Signore si serve di uomini e donne umili e marginali, giovani ragazzi che diventeranno grandi profeti, pescatori sconosciuti delle sulle sponde del Giordano. Il nostro è un Dio che ignora coloro che “possono” e sbraitano parole proprie e sceglie invece coloro che “possono ascoltare” e si fanno così portatori liberi di una parola di vita che viene da Lui. Il nostro è un Dio che al potere dei potenti preferisce e promuove il potere che nasce dal servirsi gli uni le altre. Dio ha bisogno di uomini e donne che vogliano lasciarsi riempire, che sappiano liberarsi di un peso grave come è il potere inteso come comando, controllo e dominio e lo convertano in un potere inteso come occasione, come possibilità .
A tutte e tutti noi oggi è chiesto di lasciare che la sua Parola venga su di noi per poter preparare insieme la venuta del suo Regno.