“Rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina”
I comandamenti del Dio della Bibbia non vanno mai ricevuti semplicemente come gli ordini indiscutibili o addirittura incomprensibili impartiti da un padrone ai suoi servi o da un ufficiale ai suoi soldati, ma piuttosto come dei premurosi, accorati e motivati inviti a vivere quella vita autentica, piena ed eterna che è da sempre la sua “buona, gradita e perfetta volontà ” (Romani 12:2) per ogni sua creatura.
Ne è un bell’esempio questa doppia esortazione di Gesù che letteralmente andrebbe tradotta “rialzate lo sguardo e le teste” e fu originariamente rivolta a quanti, fra i suoi primi discepoli, stavano assistendo alla fine del mondo cui appartenevano da parecchie generazioni – alla distruzione del tempio e della città del Signore Dio d’Israele, dell’universo e della stessa Chiesa nascente; all’inizio della grande dispersione del Suo e loro popolo – e perciò tendevano naturalmente a ripiegarsi su se stessi, chi per paura, chi per disperazione, chi per rassegnazione. Una doppia esortazione irricevibile, se non in virtù della fede nella promessa che la segue e sostiene: contro ogni apparenza, “la vostra liberazione si avvicina”.
È una fede coraggiosa, quella alla quale il Signore chiama oggi non meno di allora, nel turbine degli sconvolgimenti del nostro tempo e di questo nostro mondo anch’esso, a ben vedere, sull’orlo del baratro. La sua è una chiamata a resistere aprendosi, amando, guardando e vivendo avanti nel nome di una speranza di libertà , di giustizia, di pace che oggi appare sempre più rara, ma della quale, per non soccombere, tutto il mondo ha bisogno più che del pane.