«Allora gli apostoli dissero al Signore: “Aumentaci la fede”. Il Signore disse: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: ‘Srà dicati e trapià ntati nel mare’, e vi ubbidirebbe.”»
Dobbiamo riconoscerlo, siamo anche noi molto simili agli apostoli, ed anche noi abbiamo, come loro, un po’ di problemi con la nostra fede. Quante volte anche noi siamo rimasti in silenzio e sconcertati nel confrontarci con la sua parola? In effetti i discepoli hanno avuto una possibilità che a noi è preclusa, quella di poter essere testimoni diretti di quanto Gesù ha compiuto. Hanno visto malati guarire, gente disperata e senza speranza, risollevarsi e trovare nuovi stimoli e nuove prospettive per il futuro. Erano stati testimoni della grande forza di quell’uomo, di Gesù, è proprio perché erano stati lì con lui, avevano compreso da che cosa dipendeva tutto questo: dalla grande, infinita fede, fiducia in Dio. Tutta la forza di quell’uomo dipendeva dalla piena accettazione della volontà del Padre.
Da questa consapevolezza nasce la richiesta degli apostoli: «Aumentaci la fede». Dal loro punto di vista, solo una fede enorme, illimitata, poteva dar loro la possibilità di seguire le orme del loro maestro. Ma Gesù con la sua risposta li spiazza: Se aveste fede quanto un granello di senape. Il seme del senape è piccolissimo, più piccolo di una lenticchia, eppure sarebbe più che sufficiente per realizzare l’impossibile. Pensiamo di avere anche noi poca fede, insufficiente per reggere all’urto del male e della sofferenza che ci circonda. Ma se sapremo far fruttare quel pizzico di fede che è in ognuno ed ognuna di noi, se saremo in grado di resistere al male rimanendo fermi nella fede, allontanando da noi la tentazione di cedergli, se attraverso quel piccolo seme sapremo rivolgerci a Dio chiedendogli di renderci strumenti nelle sue mani, potremo essere certi che il Signore ci darà ciò che il nostro cuore desidera. E che i nostri desideri siano di pace, e non di guerra, di giustizia e non di vendetta, di vita e non di morte, di libertà e non di oppressione.